SARACINESCA/ Foti cala la serranda, e la Juventina torna a correre
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 25 Gennaio 2013Non si passa. Ha calato la saracinesca Giuseppe Foti, numero uno della Juventina Valpantena. La ripresa continua: la cura Marconi funziona, la pareggite è storia vecchia, l’intera squadra gode dei frutti di un’identità ritrovata. Una risalita figlia della scossa arrivata col cambio al timone, della ruota che è finalmente girata dopo mesi di patimenti. Ha pagato l’ex tecnico Taccardi, pur senza colpe. Ora però la svolta è arrivata davvero, così come spiega lo stesso Foti:
“Sono ancora dispiaciuto per l’esonero di Taccardi, un allenatore che stimo anche come persona, con cui tutti si trovavano bene. Ha pagato una serie infinita di episodi negativi, ma ora finalmente la ruota è girata anche per noi”.
La cura Marconi funziona: cosa è cambiato?
“Abbiamo avuto la fortuna di vincere il derby col Quinto alla prima partita con Marconi. Poi, complici i continui rinvii, abbiamo praticamente rifatto la preparazione atletica. Abbiamo lavorato tantissimo, e ora i risultati si vedono: corriamo a mille, teniamo tutti i 90’ e anche un po’ di sfortuna se ne è andata”.
Quanto hanno inciso i nuovi acquisti?
“Molto, soprattutto Castelli, veramente un ottimo attaccante che sta facendo la differenza”.
Cosa manca ancora alla Juventina?
“La consapevolezza dei propri mezzi. Lo dico senza presunzione: siamo da play-off. Però troppi inconvenienti ci hanno lasciato al penultimo posto per troppo tempo, e ora dobbiamo comportarci di conseguenza, le priorità sono altre”.
La nota lieta invece?
“Il fatto che giochiamo molto la palla, siamo compatti e corriamo per tutti i 90’. Abbiamo ritrovato un’identità precisa, e ora anche i risultati ci stanno dando ragione”.
Il giocatore su cui puntare per la risalita?
“Ne dico quattro: Castelli su tutti, poi Bettoia, Giuliani e Aldegheri”.
Concludiamo, Giuseppe. La vostra ripresa è netta: obiettivo salvezza, o qualcosa in più?
“Al momento è la salvezza, finchè non la raggiungiamo non possiamo pensare ad altro. Ma non ci poniamo limiti, se continuiamo così, chissà…”