Adami, mission impossible a Sommacampagna: “Chiudiamo con dignità e lavoriamo in prospettiva”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 5 Marzo 2013Ventata di novità a Sommacampagna. Il dopo Arragoni, individuato in Riccardo Adami, già tecnico degli Allievi del Somma, ha inaugurato un nuovo corso in casa biancoceleste. Nessun assillo per la stagione in corso, spirito d’intraprendenza, voglia di programmare il futuro: il neo-tecnico ripartirà da qui. Conscio della gioventù della rosa, consapevole delle difficoltà di un torneo vissuto perennemente in salita, Adami imposterà un lungimirante lavoro in prospettiva. Il Somma ha bisogno di certezze: per non mollare, per ritrovare se stesso, per autoconvincersi che ci sono i mezzi per rinascere dalle ceneri di un ciclo giunto ad un amaro capolinea. Le difficoltà vanno affrontate: il diktat è chiaro. Dovesse finir male, nessuno farebbe drammi. Adami ha recepito il messaggio, programmando il lavoro con genuino buonsenso. I mesi che mancano alla chiusura dei giochi saranno un interessante banco di prova per il nuovo corso in casa Somma. C’è più di uno spiraglio di luce, infatti, ad illuminare le sue parole:
“Ho trovato una squadra buona, ben allenata da Arragoni che, devo dire, ha svolto un ottimo lavoro. Paghiamo l’inesperienza e tante, troppe situazioni sfavorevoli. Forse il nostro destino è già segnato, ma venderemo cara la pelle”.
Una situazione di partenza difficile, quella del Somma. Il risultato, forse, ne è stata la fisiologica conseguenza. Come si è posto coi ragazzi?
“Ho chiesto ai ragazzi di non mollare, e di metterci interesse. Vorrei che mi seguissero, proverò ad impostare un lavoro in prospettiva futura, anche perchè la rosa è buona e l’anno prossimo avremmo già una promettente base di partenza sulla quale ricostruire le fortune del Somma”.
Lei è figlio di un noto ex giocatore. Come mai ha scelto la panchina? Ha sempre sognato di fare l’allenatore?
“Sì, per me il fatto di allenare ha un valore simbolico. Fare l’allenatore era il sogno di mio padre, ma non ha potuto realizzarlo, purtroppo ci ha lasciati quando io ero ancora un bambino. Così, quando sono cresciuto, mia madre mi ha sempre spinto a prendere il suo posto: ci sono riuscito. Se sono qui, devo ringraziare mia madre innanzitutto, la mia fidanzata, che mi appoggia sempre, e poi mister Campisi, che ai tempi di Caselle mi convinse ad intraprendere la carriera da allenatore”.
Lei lavora con due formazioni: gli Allievi, e l’Eccellenza. Entrambe, sono giovanissime. Cosa significa per lei lavorare coi giovani?
“Significa emozione. Per me il calcio in sè è emozione, e quella più pura, più manifesta, c’è nei ragazzi. Lavorare con loro per me è il massimo, e noto con piacere che tante dinamiche riscontrate negli Allievi, le ritrovo nella Prima Squadra. Sono contento dell’incarico ricevuto, spero di lasciare qualcosa a questi ragazzi, ci tengo moltissimo”.
Si sdoppierà in un doppio lavoro?
“Sì, anche per dare un esempio di coerenza. Ai miei ragazzi ho sempre insegnato che un impegno, una volta preso, va portato fino in fondo, a prescindere di come vanno le cose. Io farò così, senza indugi”.
Concludiamo, mister. Su quali obiettivi lavorerà, per concludere degnamente questi ultimi due mesi d’Eccellenza?
“Sull’impostazione di gioco e d’identità di squadra, che dovranno iniziare a vedersi già quest’anno e, spero, l’anno prossimo. Salvo stravolgimenti sarò io l’allenatore del Somma anche per la prossima stagione, dunque mi preme lavorare in prospettiva. Confido nei miei ragazzi, sapranno fare tesoro dell’esperienza di quest’anno”.