Gargagnago, la lotta continua. Così il tecnico Roveda: “Nei ragazzi vedo lo spirito giusto. Sono fiducioso”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 15 Marzo 2013Gargagnago sull’altalena. E’ un cammino tortuoso, quello compiuto dal club delle quattro “G”. Fatto di saliscendi, oscillazioni, speranze e disillusioni. Una partenza ad handicap, il cambio al timone, la pronta riscossa e il ritorno alla dura realtà. Questo, in estrema sintesi, è il campionato vissuto dall’undici di Roveda. Il ridimensionamento s’è fatto sentire, ma Gargagnago ha un’identità forte, la squadra vive il calcio con la parte più poetica, più sincera e più pura del campanilismo sportivo. Quello fatto di attaccamento alla maglia, di senso d’appartenenza. Gran parte della rosa è del posto, e nessuno vuol mollare un centimetro. A Gargagnago c’è un gruppo, guarda caso, con la “G” maiuscola, e a sottolinearlo è il tecnico Roveda, chiamato ad analizzare il percorso dei suoi:
“Non possiamo ritenerci soddisfatti ma sappiamo di avere le carte in regola per salvarci. Qui tutti vanno d’accordo e l’intero gruppo mi segue, c’è una base solida sulla quale impostare il lavoro: sono fiducioso”.
Il suo a Gargagnago è un ritorno a casa: come lo sta vivendo?
“Con grande intensità. Per me, come dice lei, è un ritorno a casa: qui conosco tutti, a Gargagnago ho giocato quando ero ancora calciatore e ho ottimi ricordi di questa società. Sto facendo tutto il possibile, assieme alla squadra, per raggiungere la salvezza. La meritiamo, e non vogliamo lasciarcela sfuggire”.
Cos’è che la rende così ottimista?
“Il fatto che qui tutti abbiamo grande attaccamento alla maglia. Nessuno vuole sentir parlare di retrocessione, e questo è lo spirito giusto per una squadra come la nostra, che deve salvarsi”.
Dove individua il difetto della sua formazione?
“Tecnicamente ho poco da imputare ai miei, purtroppo invece paghiamo l’inesperienza. Siamo una squadra giovanissima e tante situazioni delicate ancora non siamo in grado di gestirle. Dobbiamo maturare esperienza partita dopo partita, siamo in un processo di crescita e non dobbiamo mollare”.
Chi è il leader del Gargagnago?
“Il leader non esiste, il gruppo viene prima di tutto. Però un nome lo faccio: Galvani. Vorrei portarlo a venti goal, ha tutto per riuscirci, è la nostra punta di diamante”.
Uno sguardo al campionato: la favorita?
“Valgatara, per la rosa, la bravura del tecnico Pienazza e la preparazione di Mezzacasa, che cura la parte atletica. Sono la squadra più forte e più organizzata: vinceranno loro”.
Facciamo un pronostico: chi va ai play-off?
“Dico Pedemonte e Valeggio sicuramente. Poi ci sono sei squadre per altri due posti a mio avviso, e al momento non mi sbilancio”.
Chi gioca il miglior calcio?
“Su tutte il Valeggio, mi ha sorpreso”.
La sorpresa e la delusione?
“Sorpresa direi il Valgatara perchè al secondo anno di categoria sta facendo grandi cose. Delusione direi il Sant’Anna d’Alfaedo, mi aspettavo di più da loro”.
Concludiamo, mister. Gargagnago verso la salvezza: su cosa vi concentererete per raggiungerla?
“Su noi stessi e sulle nostre certezze. Abbiamo dei valori e dobbiamo difenderli ogni domenica. Poi sarà necessaria un po’ di fortuna, sia negli episodi, sia per quanto riguarda gli infortuni. Ora siamo un po’ in emergenza, e c’è un po’ di difficoltà. Riuscissimo a recuperare gli infortunati, allora sarebbe tutto diverso. Ma io a prescindere sono fiducioso: abbiamo le carte in regola per evitare i play-out”.