Caldiero, arrivano i primi segni di risveglio. La cura-Poggi procede spedita
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 19 Marzo 2013Pragmatismo: per descrivere la ricetta di Andrea Poggi, neo-tecnico del Caldiero, non servono altre perifrasi. Il suo credo ruota tutto attorno ad un unico concetto: plasmare una formazione pragmatica. Dall’identità forte, con le idee chiare, pochi fronzoli. Poggi richiede fatti, risposte dal campo. Non una virgola in più: non c’è tempo per altre considerazioni. Lavoro, motivazione, mentalità operaia: Andrea Poggi ha posto in modo fin troppo chiaro le proprie prerogative.
Chiamato ad analizzare il suo primo mese in terra termale, il tecnico ha risposto con stile verghiano, asciutto, estremamente concreto. Niente complimenti, poco spazio per opinioni, aggettivi, pensieri sul più e sul meno. Poggi bada al sodo, alla verità della realtà fattuale in cui vive. Come un personaggio dell’autore siciliano, mai incline a troppi giri di parole.
Mister, domenica è giunta la prima vittoria della sua gestione. Riavvolgiamo il nastro: che opinione si è costruito dell’ambiente-Caldiero?
“A livello societario il Caldiero ha dimostrato di credere in quello che dice e che fa. C’è grande organizzazione, la dirigenza mi ha aiutato in tutto e per tutto e l’intero staff non fa mancare il proprio apporto. C’è un clima collaborativo, costruttivo: ho avuto un impatto più che soddisfacente”.
Che squadra ha trovato?
“Lo dico senza remore: un gruppo fortemente demotivato. Qui ci sono tanti piccoli problemi da risolvere, ma era fondamentale ritrovare motivazione. Senza quella non si va da nessuna parte. E da qualche domenica, lo dico in tutta sincerità, comincio ad intravedere una svolta in positivo”.
Come valuta il suo rapporto coi giocatori?
“Non ho tempo per conoscere i giocatori anche dal punto di vista umano, c’è un rapporto di rispetto reciproco ed è l’unico che può essere instaurato in una situazione come questa. Sono stato chiamato per salvare la squadra, io guardo al campo. Non voglio sapere nulla che non riguardi l’aspetto calcistico della vita dei miei calciatori: giudico il modo in cui si comportano mentre giocano, e traggo le mie valutazioni”.
Che problemi ha riscontrato?
“Diversi, ma uno su tutti: c’è un blocco mentale, che poi si ripercuote in una cattiva disposizione all’interno del terreno di gioco. Ci stiamo lavorando, e cominciano ad intravedersi dei risultati. La squadra lavora con un altro piglio, e anche il gioco sta migliorando”.
Cosa la rende ottimista?
“La crescita che noto di settimana in settimana. La squadra è in salute, non lo si può negare. Certo, servono i risultati, sono fondamentali. Ma per raggiungerli ci sono tante componenti, e io le riscontro tutte nel nostro processo di crescita”.
C’è qualche giocatore che l’ha sorpresa in positivo? Qualcuno su cui punta in particolare?
“No, valuto tutti sullo stesso piano. Non faccio nomi”.
Veniamo al primo successo: che partita è stata?
“Dura, ma credo che la vittoria sia meritata. La inseguivamo da tempo, da alcune giornate avevo intravisto netti miglioramenti. Abbiamo gestito la gara con grande accortezza, e ci siamo fatti trovare pronti in ogni circostanza. C’è stato lo spirito giusto, ed è da lì che dobbiamo ripartire”.
Concludiamo, mister. Cosa pensa servirà maggiormente al Caldiero per raggiungere la salvezza?
“Una mentalità operaia. Voglio che i giocatori escano dal campo distrutti, stanchi morti. Devono capire che per la maglia si dà tutto, sotto ogni punto di vista. Spero il messaggio passi: è l’unico modo per uscire da questo tipo di situazioni”.