Villafranca dannunziana. Cannoletta: “Qui il bel calcio è di casa. Peccato ci manchi un pizzico di cinismo”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 28 Marzo 2013Vive per il bel calcio, il Villafranca di Giacomo Lorenzini. Come un cultore dell’estetismo, della raffinatezza applicata al pallone. C’è del sano narcisismo, nella compagine blaugrana. Avanzi e compagni hanno il giustificato sentore di aver costruito qualcosa di importante. Anzi, ricostruito. Con dovizia, pazienza, tenacia, dopo una retrocessione che ha lasciato il segno, in casa rossoblù. Il “Villa” viaggia, corre, diverte. Fraseggia con destrezza, lavora ai fianchi, esalta il collettivo. In mezzo al campo, c’è gente che sa dare del tu al pallone. Vederli all’opera è un piacere: basta fare un giro tra gli addetti ai lavori, l’opinione è unanime. Il miglior calcio lo gioca il Villa, punto e a capo. L’undici di Lorenzini però, non perde tempo a specchiarsi. I risultati sono promettenti, il settore giovanile cresce a ritmi serrati, dando soddisfazioni immense all’intera comunità villafranchese. Segno che il binomio Villafranca Calcio-giovani è ancora forte, ben saldo, simbolo di una politica e di una cultura calcistica arrivata sin ai vertici regionali, in anni e anni di battaglie. Segno che la società poggia su basi solide, su progetti concreti, pronti a maturare, a fiorire alla luce del sole primaverile. E a sei partite dal termine, numeri alla mano, sognare non è nemmeno così inopportuno: la classifica, dopo tutto, sorride radiosa. Il Villafranca ci proverà, a sottolinearlo è il direttore generale dei castellani, Mauro Cannolletta:
“Abbiamo fatto una grande stagione, abbiamo il dovere di crederci fino in fondo. Il gruppo c’è, le qualità pure, proveremo a toglierci delle soddisfazioni”.
Tanti addetti ai lavori vi riempiono di complimenti. L’immagine che esce è quella di un Villafranca rivelazione del campionato, autore del miglior calcio d’Eccellenza. Lei cosa dice in merito?
“Accetto di buon grado i complimento e ringrazio chi ce li ha fatti. Sul bel calcio concordo, abbiamo dimostrato di saper far calcio, dominando, al di là dei risultati finali, praticamente tutte le partite. Sull’etichetta di rivelazione, un po’ avrei da ridire. Posso capire il motivo: siamo una neo-retrocessa, e ripartire è sempre difficile. I casi del Montecchio e del Sarego sono lampanti. Però abbiamo 7-8 giocatori importanti, che hanno fatto categorie superiori, inoltre i nostri giovani sono ottimi. Io sapevo di aver una bella squadra, dunque non parlo di rivelazione”.
Villa da grandi numeri. Cosa vi ha permesso di disputare un simile campionato?
“L’armonia del gruppo, la bravura del mister, e la capacità di tutti di credere in un progetto di crescita. L’unità d’intenti ha fatto la differenza”.
Il punto di forza qual è ?
“La capacità di dominare le partite sul piano del gioco, anche contro Vigasio e Marano. Poi dico la difesa: è la più forte e la più giovane del campionato”.
La nota stonata?
“Il poco cinismo, purtroppo produciamo tantissime palle goal, ma non concretizziamo a dovere”.
Giudizio sul lavoro di Lorenzini?
“Ottimo, è un allenatore competente, che ha formato un bel gruppo e che soprattutto si è dimostrato umile. A questi livelli l’umiltà e l’apertura al confronto è fondamentale, e a lui non mancano”.
Il leader? Il giocatore di spicco?
“Ne dico tre: Valoti, Doardo e capitan Avanzi”.
Il giovane di prospettiva?
“Due: Perotti e Mogano, veramente bravi, ci hanno dato grandi soddisfazioni”.
Settore giovanile. Villafranca è sinonimo di competenza: è ancora così?
“Assolutamente sì, abbiamo tanti iscritti, l’ambiente è ottimo sia dal punto di vista educativo che sportivo. Gelio è un maestro coi giovani, difficilmente sbaglia. Se poi guardiamo ai risultati, sono ottimi, siamo nei primi posti in ogni campionato: c’è grande soddisfazione, questo lo sottolineo. Da dirigente è un piacere elogiare un settore giovanile così”.
Concludiamo, direttore. Il volo del Villa prosegue: obiettivo play-off?
“Sarei bugiardo se dicessi di no. Puntiamo ai play-off perchè l’obiettivo rientra nelle nostre possibilità. Non c’è nessun assillo, se non li centrassimo non sarebbe una sconfitta. Ma ci dobbiamo credere, c’è tempo e modo di togliersi delle soddisfazioni, non vogliamo farcele sfuggire”.