Dossobuono fa mea culpa. Bozzini: “Belli ma non vincenti: dispiace perdere così”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 24 Maggio 2013Troppo belli e poco concreti. Tanta forma e poca sostanza, soprattutto nei momenti topici della stagione. Il problema del Dossobuono è sempre lo stesso, si ripete puntuale, come fosse un copione già scritto. Quando c’è da tirar fuori la sciabola, gli uomini di Bozzini si ostinano ad usare ancora il fioretto. A torto. Come se ci fosse un che di dannunziano, tra le fila giallorosse, tanta è la dedizione al bel gioco. Il Dossobuono pratica un possesso prolungato, ricercatissimo, dai contorni quasi inneggianti al barocco applicato al pallone, contrario all’horror vacui del lancione lungo. Però a volte serve: soprattutto in categorie come la Seconda. L’Olimpica Dossobuono infatti, nota ai più come la formazione più in palla, più manovriera, più dedita al bel calcio dell’intero girone, pur tra mille complimenti, ha mancato l’obiettivo stagionale che da tempo inseguiva: l’agognato salto di categoria. A vederli giocare, la Prima sembrerebbe un premio più che meritato per Zambelli e compagni. Per come si muove, per come applicano un fraseggio simile al tiqui-taca spagnolo, la Seconda va stretta all’Olimpica. Il fatto di ribadirlo però, suona come l’ennesimo complimento non contemplato dai fatti, come invece desidererebbero a Dossobuono. L’investimento sui giovani, risultati alla mano, si è rivelato una sorta di spada di Damocle: produttivo per gran parte della stagione, privo di sostanza nei momenti topici. A sollevare la questione è lo stesso allenatore dei giallorossi, Giuseppe Bozzini:
“Purtroppo abbiamo mancato l’obiettivo. Ci manca la mentalità vincente: le statistiche lo dimostrano. Nei momenti decisivi della stagione abbiamo praticamente sempre perso. I ragazzi non reggono sul piano nervoso un certo tipo di sfide, la società dovrà fare le sue valutazioni”.
Qual è il suo giudizio sull’annata del Dossobuono?
“Decisamente positivo perchè abbiamo fatto un’ulteriore passo in avanti sia in classifica sia a livello di gioco. La nostra filosofia non è improduttiva, sia chiaro: siamo arrivati secondi, siamo stati praticamente gli unici ad aver messo in discussione l’ascesa del Casteldazzano, che era una corazzata. Ci manca un pizzico d’esperienza per gestire certe situazioni: il problema è noto. Ora valuteremo come risolverlo”.
Torniamo a domenica: da dove nasce la sconfitta con il Montorio?
“Nasce da un approccio sbagliato. Abbiamo perso sul piano nervoso, lo dimostrano i primi due goal, subiti per errori individuali grossolani, che in altre circostanze magari non avremmo commesso. Ironia della sorte, sul tre a zero per loro, abbiamo iniziato a giocare, annichilendo il Montorio. Abbiamo segnato due goal, e lì, sul punto di pareggiare, è subentrata ancora quella tensione che ci ha bloccati. Al posto di galvanizzarci per aver rimesso in piedi una partita ormai compromessa, ci siamo bloccati. Dispiace perdere così, ma faccio comunque i miei complimenti al Montorio”.
Qual è il rimpianto maggiore?
“Il rimpianto è quello di non esser riusciti a costruire nel tempo, oltre che ad un invidiabile impianto di gioco, quella mentalità vincente che avrebbe fatto la differenza”.
Concludiamo, mister. Aveva dichiarato che, in caso di mancata promozione, avrebbe mollato. E’ ancora dello stesso pensiero?
“Per rispondere faccio una puntualizzazione. Io dedico molto tempo e molta passione alla mia attività di allenatore. Mi aggiorno spesso, mi confronto, elaboro nuovi metodi di allenamento. E chiaramente, com’è normale, a tanto impegno vorrei far corrispondere dei risultati. Perciò dico: l’importante è che io alleni in una società con degli obiettivi chiari e ambiziosi. Se a Dossobuono sarà ancora così, non è escluso che io rimanga, ma decideremo tutto la prossima settimana”.