Arriva l’estate: è giunto il tempo delle Grandi Avventure Sportive. Facciamoci due risate
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 31 Maggio 2013Per la gioia di amici, mogli e fidanzate, sta per arrivare l’estate. Campionati ferme, serate libere, domeniche che aspettano solo d’esser vissute. Ma pur in un clima di totale e meritata spensieratezza, il calcio dilettante e i suoi cultori non vanno in vacanza. Le chiacchiere si rincorrono, c’è il calciomercato che impazza tra conferme e smentite, bombe e bufale. I rituali proseguono nei tornei estivi, autentici specchi del dilettantismo allo stato puro.
Il vero spettacolo però, sta nei racconti. L’oralità calcistica estiva, un fenomeno che gli storici della comunicazione dovranno studiare con arguta attenzione, è quanto di più curioso, esagerato, ironico ed interessante possa fornire l’epos pedatorio. L’argomento prediletto, sono le Grandi Avventure Sportive, meglio note sotto l’acronimo GAS. I proseliti, più comunemente denominati GASati, sono capaci di iperboli fantasmagoriche miste a narrazioni omeriche. Il loro punto fermo è l’esagerazione. La loro stagione sportiva pare scritta da Omero per alcuni e da Virgilio per altri. Rincorrendo un pallone, il GASato ha vissuto le vicende dell’Iliade e le peripezie dell’Odissea, ha sconfitto Ettore, ha pianto per Patroclo, ha beffato Polifemo, eluso la maga Circe, ha scritto la sua Eneide personale, percorrendo le peregrinazioni d’Enea.
La scena è classica: tutti riuniti, una risata tira l’altra, si parla del più e del meno. Tra il più e il meno però, spunta il calcio. Magari non era previsto: un discorso inopportuno lo fa saltar fuori. Errore madornale. Il GASato si gonfia in petto, pervaso dai ricordi e dall’orgoglio. Naviga nella memoria, e comincia a parlare, in trance mnemonica.
Parla di scontri cavallereschi, di battaglie impari. Rimembra cross al bacio, stop a seguire, tiri al volo all’incrocio dei pali. I portieri vedono parate ovunque, e le pareti del ricordo si estendono a dismisura, oltre i confini della realtà. Le GAS imperversano, puntualissime, per il piacere (forse…) di chi ascolta. Ogni anno la storia si ripete. Certi episodi romanzati sono ormai diventati un cult. Storie trite e ritrite, che non annoiano mai.
A far sorridere però, in certe giornate di luglio e agosto, è l’agghiacciante condizione fisico-atletica di certi GASati. Il loro ricordo viaggia veloce, la memoria è in forma campionato. I muscoli però, sono ancora sotto l’ombrellone. Ad un certo punto l’interrogativo sorge: che sia ora di rimettersi in forma? Il momento è tragicomico. Nella preparazione le battute non si contano. Poi una mente improvvida lancia la domanda dell’estate: “Andiamo a correre?”. Tutti, per non smentire tanta letteratura, tanta oralità calcistica estiva, fanno un cenno d’assenso col capo, sicuri di sè.
All’appuntamento con la ricerca della forma fisica tutti arrivano puntuali: è il durante che preoccupa. La partenza è filmica: scarpette all’avanguardia, bevanda isotonica (nessuno sa cosa voglia dire, ma tutti si fidano dei miracoli isotonici), cuffiette, abbigliamento tecnico. Il GASato in partenza ha più fiducia riuscire nell’intento di Kenenisa Bekele ad un metro dal traguardo dopo ore di maratona. Poi, alle prime gocce di sudore, comincia il panico. Quei venti minuti di corsetta diventano ardui come la scalata dell’Annapurna con la tempesta. Ecco, se li vedete per strada, moribondi e orgogliosi, non salutateli. C’è chi ha alzato un braccio, ed è rimasto mesi in quella posizione.