Simeoni, la forza giovane del Lugagnano dei miracoli
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 9 Luglio 2013Ci sono tappe imprescindibili per crescere. A volte sono istanti, attimi fuggenti. Altre veri e propri riti di passaggio, con tempi, decorso e simboli tipici di una liturgia. Niente avviene per caso: anche l’imprevisto ha le sue ragioni recondite. Perchè nel calcio, come nella vita, ad ogni azione corrisponde una reazione, un motivo, un perchè.
C’è il bimbo che impara a parlare e si apre al mondo, l’impubere adolescente che scopre le proprie pulsioni, il giovanotto che, lasciata la scuola, s’addentra nel mondo del lavoro. C’è il primo bacio, la prima volta, la prima trasgressione. C’è il ping pong tra l’alfa e l’omega dell’esistenza, nella crescita dell’individuo.
Ed ogni storia ha un suo autore, anche tacito, un suo messaggio, un suo intreccio di vicende. Il racconto di Mattia Simeoni è quello di un giovane che ha compiuto il gran salto, come un diciottenne felice, traboccante di gioia sul pianerottolo della propria scuola terminati gli esami di maturità. Perchè l’approdo in prima squadra è, a suo modo, un esame di maturità.
E’ il tèlos, per dirla col greco, la fine, il momento in cui coincidono e si condensano le fatiche di anni e anni di corse per gli immaginari (e perigliosi) mari della scuola e del calcio. E’ la sintesi, per dirla con Hegel, di una vita di incontri tra tesi e antitesi.
Il suo racconto è come una piccola fiaba: arrivo in silenzio, in punta di piedi, senza nemmeno fiatare. Gasparato lo prende sotto la sua ala, lo culla, lo alleva, fino a lasciarlo libero di correre. E Mattia va, senza timore. Con lui, assieme gli altri giovani, il “Luga” dei miracoli ha stupito tutti, vincendo a sorpresa un campionato di Promozione dato da chiunque in mano all’Ambrosiana.
Nelle sue parole c’è ancora il profumo di quella vittoria, di quell’emozione, di quella sensazione eterea di poter dire, una volta nella vita, io c’ero:
“E’ stata una stagione bellissima, a mio modo di vedere. Risultato a parte, mi rimarrà il ricordo della semplicità con cui mi sono inserito nel gruppo dopo l’infortunio di Bonetti, la bravura del mister e la bontà del nostro spogliatoio, che ha fatto la differenza”.
Una stagione sopra le righe, la tua. Resterai in gialloblù?
“Certamente, mi sono trovato molto bene e per me sarà un onore e un piacere giocare in Eccellenza”.
Come giudichi il salto dalle giovanili alla prima squadra?
“Te ne accorgi subito, perchè è tutto diverso: ritmi, tensione, furbizie del mestiere. Però a Lugagnano non c’è nessuna pressione, e la tranquillità del nostro spogliatoio ha consentito a tutti di giocare a mente libera, con poche certezze, ma condivise da tutti”.
Diamo un giudizio: successo meritato?
“E’ stato un miracolo, ma per quanto abbiamo fatto vedere, direi proprio di sì”.
Come concili gli impegni calcistici con la scuola?
“Ci riesco, perchè sono troppo preso dal calcio per trovarmi in difficoltà con la scuola. Basta organizzarsi, i giorni senza allenamenti studio e mi porto avanti, non è un problema”.
Concludiamo: quali sono le tue prospettive?
“Crescere, senza assilli e grilli per la testa. Poi vedremo dove riuscirò ad arrivare”.