Ambrosiana, il Diavolo è tornato tra le grandi. Il ds Bergamaschi: “Impatto ottimo, serve continuità nella prestazione”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 3 Settembre 2013Il Diavolo è tornato. A Sant’Ambrogio si spalancano di nuovo le porte dell’Eccellenza, dopo un solo anno di purgatorio in Promozione. Una risalita veemente, quella confezionata dall’Ambrosiana lo scorso anno. Segno che la società poggia su basi solide, segno che il progetto tecnico procede spedito, a prescindere dalla categoria.
Ma non poteva essere altrimenti. Le radici sono troppo profonde: il sodalizio presieduto da Gianluigi Pietropoli è uno dei più invidiati nell’intera Verona nel pallone. Completo in ogni settore, specialmente a livello di quel settore giovanile che da anni è fiore all’occhiello di tutta la Valpolicella.
La volontà di risalire ha prodotto idee, stimoli, obiettivi da raggiungere di settimana in settimana. Braulio ha tracciato la rotta, il gruppo s’è messo in marcia, seguendolo, per dieci lunghi mesi.
Alla fine del percorso tutti, anche se con un po’ di ritardo, hanno rivisto la luce dell’Eccellenza. Una soddisfazione enorme, che ancora si legge nei volti dei reduci della cavalcata.
Ora però è tempo che la parola passi al campo. Il vento del cambiamento, d’estate ha portato piccoli ritocchi in casa rossonera. In panca non c’è più Braulio, passato all’Alense. Al suo posto c’è un totem del calcio veronese: Marco Montagnoli, una certezza. Qualche pedina non c’è più nello scacchiere, dal mercato sono giunti giocatori di assoluto spessore, i giovani sono rimasti quelli di sempre. I migliori della categoria, dice qualcuno.
I presupposti per rivedere un Diavolo all’altezza dell’Eccellenza ci sono tutti. Ne è convinto anche il direttore sportivo Bergamaschi, il quale analizza così il primo mese di lavoro:
“Impatto ottimo, il gruppo che si sta formando è davvero interessante. Noto un livello tecnico di grande livello, ci manca un po’ di brillantezza ma di questi tempi è normale”.
La cosa che più ti soddisfa?
“La capacità tecnica di certi elementi, sono di un’altra categoria. Giochiamo la palla come pochi sanno fare, col tempo troveremo anche le misure tra i reparti e sono curioso di vedere cosa riusciremo a fare”.
Il difetto?
“La discontinuità a livello di prestazioni. A volte abbiamo dei cali, c’è ancora qualche malinteso, le gambe non girano a mille. Ma è fisiologico di questi tempi, dopo un duro lavoro è normale. Il tempo, per fortuna, è dalla nostra parte”.
Esce di scena Braulio. Arriva Montagnoli: giudizio sull’approccio con la squadra?
“Molto buono, lo seguono e sta contribuendo in maniera significativa alla formazione del gruppo. E’ uno che quando lavora non pensa ad altro, ma lascia anche spazio alle battute. Il clima è ottimo, sono soddisfatto”.
Perchè Montagnoli?
“Perchè l’ho avuto da allenatore quando giocavo io, ed è una certezza sotto tutti i punti di vista. Non ho dubbi su di lui”.
Chi si sta mettendo in luce in questo primo mese di lavoro?
“Potrei dirne tanti, se devo fare un nome dico Tommaso Chiecchi, per la professionalità e l’umiltà con cui sta nel nostro gruppo”.
Il giovane da lanciare?
“Filippini, ha qualcosa in più rispetto a tutti. E poi Paolo Assea, che sono con noi dallo scorso anno”.
Concludiamo, direttore. Obiettivo stagionale?
“La salvezza, magari senza soffrire”.