Aiello-Gambadoro-Sperandio, brilla il trio fantasia ad Avesa
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 3 Settembre 2013Una spanna sopra tutti. Per velocità, tecnica individuale, facilità di calcio. Per l’eleganza nelle movenze, il passo cadenzato, il dribbling facile, talvolta irrisorio, la giocata sempre pronta, i piedi che fanno cantare il pallone: ad Avesa quest’anno brilla il trio fantasia degli ex Sona Mazza. Domenico Aiello, Marcello Gambadoro e Nicolò Sperandio sono tre degli acquisti di grido messi a segno dalla dirigenza helladina nel corso del mercato estivo. Tutti e tre provengono dalla nidiata migliore in assoluto del settore giovanile del Sona Mazza, quella dei nati del ’92, che con Ridolfi in panchina sbancò i campi del Veneto intero.
Nei loro occhi, c’è l’irriverenza della beata gioventù. Aiello è il classico fantasista, passista estroso, amante della pelota e del ghirigoro tra le gambe degli avversari. Il suo gioco è figlio dell’imprevedibilità: compare, scompare, tra finte e controfinte. Sprinta, sterza, riparte. Salta l’uomo, lo irride, cerca il passaggio filtrante. Spesso il suo piede si fa pennello, dipingendo parabole al bacio per gli inserimenti dei compagni. Un tempo era tra i migliori venti del Veneto: poi, per motivi legati allo studio, l’impegno universitario è diventato, inevitabilmente, prioritario rispetto al pallone. Buon per l’Avesa, che potrà permettersi di schierarlo.
Gambadoro invece è un attaccante completo, fortissimo di testa, dal passo nevrile e il piede dolce. Mentre cerca il pertugio giusto, in campo si sposta con le movenze di un albatros: un virulento vigore che lo lancia spesso tra gli spazi e i corridoi lasciati dalle retroguardie avversarie. Nonostante l’altezza, non disdegna la giocata ad effetto, che regala, puntualmente, ogni volta che la situazione lo permette. Col goal ha un discreto feeling: lo sanno bene al Concordia, che grazie a Marcello si ritrova in Promozione, pronta a scrivere la pagina più bella della propria storia calcistica.
Sperandio, per concludere, è l’esterno vecchio stile: inesauribile, velocissimo, dedito a vedere il mondo che gli passa a fianco, come un treno lungo le rotaie, mentre sprinta sulla corsia laterale. Dopo l’esperienza alla Fersina Perginese, nell’Eccellenza trentina, è tornato nel veronese, pronto a mettersi a disposizione del tecnico Marafioti.
“Possiamo puntare a un campionato di livello – esordisce Sperandio – la squadra è ottima, e il gruppo è già unito. Se c’è una cosa positiva che ho notato, è che qui non ho impiegato molto tempo a legare coi compagni. Bene o male ci conoscevamo già, andiamo d’accordo e in campo c’è intesa. La partenza è buona, vediamo di continuare così”.
Perchè Avesa, ragazzi?
“Per conciliare lo studio – è la risposta all’unisono del trio – e per ritrovarci anche come amici, dopo qualche anno”.
“Io ho scelto Avesa perchè è vicino a casa – dice Domenico Aiello – e mi permette di giocare conciliando lo studio. Sono al Politecnico di Milano e posso allenarmi una sola volta la settimana, anche se là mi tengo sempre in forma. E poi per evitare di tesserarmi là e perdere i contatti con tutti i miei amici che ho qui a Verona”.
“La stessa cosa vale per me – prosegue Marcello Gambadoro – al momento riesco a proseguire bene con l’università, poi è chiaro che se l’impegno dovesse diventare troppo pressante il calcio verrebbe lasciato da parte. Però torno nella società dove sono nato calcisticamente, non ho rimpianti particolari”.
Nicolò, tu vieni da un’esperienza nell’Eccellenza trentina, perchè hai scelto di tornare?
“Perchè il Fersina è una squadra fortissima, ha vinto il campionato e la Serie D sarebbe stata troppo impegnativa per me. Avrei dovuto rimanere a Trento tutta la settimana e non mi andava di non rivedere gli amici di sempre. Avesa è la soluzione ideale, va benissimo così”.
C’è un aneddoto che vi lega?
“Mah, uno in particolare no – puntualizza Gambadoro – però ci siamo sempre trovati nei momenti liberi, siamo amici da diverso tempo, anche fuori dal campo. Il fatto di ritrovarci tutti qui sicuramente fa piacere”.
“Per me più che altro fa piacere ritrovare Nicolò – interviene Aiello – è l’amico di una vita, diciamo. Con lui ho sempre giocato assieme nelle giovanili del Sona, ci siamo persi solo due anni e ritrovarlo qui fa senz’altro piacere”.
Testa a testa. Marcello, pregio e difetto di Domenico e di Nicolò come giocatori e come persone?
“Il pregio la tecnica individuale, per entrambi. Difetto di Aiello è testardo, Sperandio invece a volte manca della giusta grinta”.
Domenico, a te la parola.
“Il pregio di Gambadoro come giocatore è la disponibilità, si adatta facilmente. Quello di Sperandio la corsa, ha un fiato incredibile. Il difetto di Marcello? Che tifa Chievo! E per Nicolò stesso discorso: tifa Roma, dunque non va tanto meglio…”
Nicolò, concludi tu il testa a testa.
“Marcello è fortissimo di testa, ha un’elevazione notevole e anche tecnicamente, nonostante l’altezza, è molto bravo. Domenico invece ha un dribbling naturale, spontaneo, spesso gli riesce la giocata e con la palla ai piedi è veramente bravo. Come difetto invece che tiene troppo la palla, ogni tanto potrebbe passarla! Stessa cosa Marcello: a volte pretende troppo da se stesso, prova giocate quasi impossibili. Per fortuna non sempre…”
Concludiamo, ragazzi. Una curiosità: sicuri che l’Avesa punti solo alla salvezza?
“Io dico che se ci crediamo possiamo ambire ai primi posti – conclude Nicolò – dipende da noi, intanto iniziamo il campionato, poi ne riparleremo più avanti”.