Steccanella, un ricordo brilla tra le memorie di un veterano: “Quei sei mesi al fianco di Luca Rigoni …”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 16 Settembre 2013Vicenza, stadio “Romeo Menti”. E’ un tripudio di colori biancorossi. Il popolo vicentino tifa e osanna le gesta del “Lane”. Sul prato verde va di scena la Serie A. Sulle tribune del “Menti” c’è anche il piccolo Roberto Steccanella, portato dal padre alla scoperta dello sport e della fede che lo avrebbero accompagnato per tutta la vita.
“Al “Menti” è nata la mia storia nel calcio. Sulle tribune dello stadio di Vicenza ho visto per la prima volta lo sport che ancora oggi è la mia più grande passione. Di lì a poco ho iniziato a giocare, e dopo più di vent’anni sono ancora in campo, con la stessa voglia che avevo allora”.
Originario di Lonigo, vicentino doc e tifosissimo del Vicenza Calcio, Roberto Steccanella è uno dei veterani inseriti nella rosa del Real Monteforte. Una delle chiocce, per dirla con un termine caro ai parolai del pallone. Nato e cresciuto nel Calcio Lonigo, club ai cui colori è ancora legatissimo, Steccanella è il classico incontrista, ordinato, sempre nella posizione giusta, pronto a battagliare lungo la mediana.
“Una volta in realtà facevo la punta, in quel ruolo mi presero nelle giovanili del Vicenza. Per me fu un onore, ancora oggi sono un grande tifoso. Furono due anni molto intensi. Poi in categoria ho sempre giocato centrale”.
Focalizziamo l’attenzione sui due anni a Vicenza. Il ricordo più bello?
“Il clima. Percepivi subito di essere a contatto con un ambiente di alto livello”.
Il compagno più forte, quello che ha fatto strada?
“Senza dubbio Luca Rigoni. Con lui ho giocato solo sei mesi, ma già allora si vedeva che aveva un altro passo. Infatti ora è una colonna del Chievo, in Serie A”.
L’allenatore che ti è rimasto dentro?
“Giulio Savoini, uno che a Vicenza è ancora visto come una grande bandiera del calcio vicentino”.
Dopo gli anni di Vicenza e Cittadella, l’esperienza a Lonigo in D, poi tanto girovagare per i campi di Verona e Vicenza.
“Esatto, in D a Lonigo vissi un’esperienza molto bella, che ancora oggi porto nel cuore. L’emozione per la salvezza raggiunta ai play-out contro il Montecchio la ricordo benissimo”.
Nei dilettanti invece, quale allenatore ti ha dato di più?
“Qui non ho dubbi: Matteo Fattori. Mentre dico Eugenio Danieli per quanto riguarda il periodo delle giovanili, che ho vissuto sempre a Lonigo”.
I compagni da ricordare conosciuti nella tua lunga carriera?
“Cristian Masetto, Enrico Sambo e Luca Taddei. Con Masetto ancora oggi siamo molto amici”.
Il rimpianto?
“Forse quand’ero a Vicenza non sono andato avanti per qualche limite caratteriale. Ma è acqua passata”.
La squadra cui sei legato?
“Il Lonigo, non posso aver dubbi!”
Le annate più belle?
“Le promozioni a Gazzolo e a Santo Stefano, l’anno scorso, con Matteo Fattori in panchina”.
Concludiamo con un messaggio ai giovani, Roberto.
“Abbiate umiltà. Vedo troppa gente superficiale, invece bisogna rimettersi sempre in discussione, in campo come nella vita”.