Fausto e Alberto Nardone, il cervello del Cadore porta lo stesso cognome
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 7 Novembre 2013Capelli biondi, lunghi, sciolti, spettinati dal vento alla maniera dei rocker. Un fare gioviale e posato, l’aria serena, spensierata, lo sguardo burlone che ispira simpatia. Il sorriso stampato sul volto, la battuta pronta, sempre, per ogni evenienza. Guardi i fratelli Nardone e nei loro occhi vedi l’animo buono del calciatore dilettante in tutto e per tutto. Appassionato, divertito, mai sopra le righe. Contraddistinto dalla genuina voglia di impegnarsi senza prendersi troppo sul serio. Fausto e Alberto Nardone sono il cervello del Cadore di oggi e, probabilmente, di quello che verrà. Entrambi registi dal tocco dolce e il passo veloce, sono un’autentica tribù dai piedi buoni. Una delle note più liete del campionato di Seconda Categoria, soprattutto guardando la carta d’identità: Fausto appena ventenne, Alberto addirittura sedicenne. Per la prima volta quest’anno giocano assieme. Alberto Beozzo, un tempo allenatore di Fausto, oggi direttore tecnico del Cadore, in estate ha voluto riunirli sotto la guida di Luca Ponzini. Ci ha visto lungo, non c’è che dire. L’esordio poche settimane fa, contro il Boys Buttapietra, in un roboante successo per quattro a uno.
“Per noi resterà il ricordo di una bella emozione – spiega Fausto – abbiamo vinto contro una delle squadre più forti del girone e Alberto, entrato nella ripresa, s’è messo subito in mostra. Era agitato, ma la squadra l’ha aiutato sin da subito per metterlo a proprio agio”.
“A volte il calcio regala momenti così – gli fa eco Alberto – da tempo volevo giocare assieme a Fausto. Sulle tribune c’erano anche i nostri genitori, emozionati pure loro. Una gran bella domenica, devo dire”.
Una coppia di registi giovanissima, quella dei Nardone. Eppure Fausto è un titolare inamovibile. Alberto invece si sta ritagliando il suo spazio, dividendosi tra la Juniores Regionale guidata da Simone Zendrini, ora capolista del proprio girone, e la Seconda Categoria di Luca Ponzini.
“Dobbiamo ringraziare il Cadore per questa possibilità – afferma Fausto – se siamo assieme dopo tanto tempo è solo grazie a loro. Siamo due fratelli amici, cerchiamo di passare il maggior tempo possibile assieme. Ci aiutiamo in tutto, anche nello studio. Poi il calcio è la nostra passione, tanto che nei momenti liberi giochiamo sempre a calcetto nella stessa squadra”.
“Mio fratello per me è un riferimento – prosegue Alberto – ha quattro anni in più e non potrebbe essere altrimenti. A volte è diffidente nei miei confronti, poi però quando c’è bisogno c’è sempre. Abbiamo davvero un ottimo rapporto”.
Gli occhi burloni dei Nardone però, altro non sono che il candido risvolto di un animo tutt’altro che superficiale. L’umiltà per loro viene prima di tutto, nel calcio, come nella vita.
“Dobbiamo impegnarci nello studio – conclude Fausto – io sono diplomato al Liceo Classico e Alberto studia al Liceo Scientifico. Entrambi abbiamo un buon profitto ed è questo quello che conta. Il calcio ci piace ma non abbiamo nessuna ossessione. Per noi ora è importante ben figurare al Cadore. Arrivassero categorie superiori saremmo felici, ma ci penseremo a tempo debito. Noi stiamo bene qui, e le priorità sono altre”.
Riccardo Perandini