Povegliano, la ripresa dipende dall’infermeria. Il diesse Dal Santo: “Mai una volta la stessa formazione. Ci rifaremo”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 6 Dicembre 2013Problemi d’affollamento in infermeria, a Povegliano. Troppi gli infortuni, le vicissitudini, i piccoli grandi acciacchi che hanno colpito a più riprese la rosa del tecnico Pedron.
Partito con motivate ambizioni, il Povegliano si è via via trovato a dover accontentarsi di un posto nel limbo, nella pancia della classifica, equidistante tanto dalla gloria quanto dalla dannazione. Eppure i nomi ci sono. Eppure la società è presente, sempre. Eppure il tecnico è di quelli che contano, nella Verona nel pallone.
Senza un pizzico di buona sorte però, anche agli audaci riesce difficile osare. La continuità è importante, nel rendimento come nei risultati. A Povegliano, loro malgrado, hanno dovuto fare troppo spesso di necessità virtù. Ad affermarlo è il diesse dei biancocelesti, Flavio Dal Santo:
“Fino ad oggi siamo stati penalizzati dai troppi infortuni. Ho notato che il tecnico Pedron ha dovuto cambiare formazione ogni domenica: è un dato che pesa per una squadra come la nostra che vuole giocarsi qualcosa d’importante”.
Cosa la rende ottimista per il futuro?
“Il fatto che qui il gruppo è veramente unito, ed ha superato senza assilli i momenti negativi. Sappiamo qual è la nostra forza e siamo consci di ciò che possiamo fare. Il Povegliano deve e può giocare un buon calcio: se si svuotasse l’infermeria, comincerebbe un nuovo campionato”.
Il mercato la preoccupa o la stuzzica?
“Nessuna delle due. Faremo i ritocchi necessari, sia in entrata che in uscita, nulla più”.
Uno sguardo alle avversarie: la più forte?
“Il Grezzana”.
La sorpresa?
“Non ci sono dubbi: il Bussolengo”.
Chi può dar fastidio al Busso capolista, e alla corazzata Grezzana?
“Direi il Casteldazzano, gran squadra. Ma anche il Cadidavid è un’ottima formazione, purtroppo per loro però sono un po’ altalenanti”.
Un giudizio sul lavoro di Pedron?
“Positivissimo. Il suo è stato un ritorno più che gradito, voluto da lui e dalla società. Sente la maglia come pochi, è uno di noi. Non ho nessun dubbio su di lui”.
Concludiamo, direttore. Povegliano ancora da play-off?
“Non mi nascondo dietro ad un dito: direi proprio di sì. L’ambizione è quella: ci proveremo. Ma una cosa è certa, se non ci riuscissimo, non ci sarebbero drammi, assolutamente. L’unica cosa che conta davvero a Povegliano è fare calcio per divertirsi, il resto viene dopo. I ragazzi lo sanno bene, poi parlerà il campo, com’è giusto che sia”.