Trecento volte capitan Scolari. L’Illasi incorona il suo nocchiero
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 12 Marzo 2014Una vita in biancazzurro. In prima linea, col petto gonfio d’orgoglio, senza mai avere il bisogno di cambiare aria. Dici Daniele Scolari e vedi l’Illasi. Della truppa colligiana è il capitano, il simbolo e il trascinatore, in campo e fuori. Contro il San Giovanni Lupatoto, poche settimane fa, ha oltrepassato il muro delle trecento presenze. Un traguardo storico, per lui e per la società illasiana, in cui si è inserito a pieno titolo tra i giocatori più rappresentativi. Scolari, la fierezza per un sentimento d’appartenenza limpido e sincero, che lo accompagna da una vita intera, la nasconde dietro un animo mite, pacato, sempre composto, mai sopra le righe. Non è tipo ligio alla luce dei riflettori, Scolari. Una nota di merito, però, se l’è guadagnata tutta. Sul campo, dove, da sempre, antepone i fatti alle chiacchiere.
“Dopo le giovanili della Virtus – racconta Daniele – sono finito all’Illasi quasi per caso. Arrivai in prestito per provare la prima esperienza in categoria. Mi trovai benissimo: non me ne sono più andato”.
Scolari è una di quelle bandiere, poche ormai, rimaste a sventolare sempre con gli stessi colori. Segno che per lui, la fedeltà e l’attaccamento alla maglia sono valori che, almeno nel suo calcio, hanno ancora un peso specifico.
“Dieci anni sono tantissimi, di ogni stagione porto un bel ricordo. Il più bello risale all’approdo in Promozione, un traguardo storico per noi. Aver giocato in Promozione due anni è stato fantastico, soprattutto il primo anno, in cui ci salvammo nello spareggio contro la Belfiorese. Qui a Illasi ho trovato sempre tutto quello che cercavo: amici, serietà, la possibilità di far calcio nella maniera giusta, con grande impegno, ma sempre per diletto. Ci siamo sempre divertiti, ed è questo quello che conta”.
Oggi Daniele, indiscutibilmente, è il capitano della formazione allenata da Freddi Serato. Da quattro anni porta la fascetta al braccio, ereditata, guarda caso, da un’altra bandiera illasiana: Federico Rossetto, il re dei bomber, rimasto ben dodici anni al servizio della causa biancazzurra.
“Quando quattro anni fa hanno deciso di affidare a me la fascetta che era di Rossetto mi sono emozionato: sono sincero, sentivo il peso della responsabilità. E’ stato un attestato di stima di cui ancora oggi vado fiero, come l’aver superato le trecento presenze. Ormai l’Illasi lo sento mio: speriamo di salvarci anche quest’anno, dopo aver cambiato tanti giocatori sarebbe un’altra piccola impresa”.