L’Ares s’aggrappa alla speranza. Il talentino Paiusco: “A testa alta fino alla fine. Salvezza ancora possibile”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 10 Aprile 2014Spes ultima dea. L’Ares s’aggrappa alla speranza e ai suoi uomini migliori. Per la salvezza ci vuole un mezzo miracolo. A Borgo Santa Croce però, di pensieri negativi non ne hanno nemmeno uno. Certo, le aspettative dopo il gran balzo erano ben altre. Ma non sempre i progetti si concretizzano. Una serie infinita di infortuni ha costretto il tecnico Pigatto a far giocare diverse giovani leve del vivaio, persino alcuni nati nel 1997. Naturale dunque pensare che, in condizioni simili, la discesa era anche prevista. Da alcuni turni però l’Ares viaggia spedita. Nelle ultime partite proverà il tutto per tutto per evitare la retrocessione. A spronare i suoi è uno dei giocatori più talentuosi, Francesco Paiusco, ex Caldiero d’Eccellenza:
“Stiamo arrivando in ripresa alle ultime tre partite della stagione e abbiamo intenzione di provare a giocarci il tutto per evitare i play-out. Già domenica abbiamo una partita importantissima che, in caso di vittoria, potrebbe rilanciarci in chiave salvezza”.
Cosa non è funzionato in casa Ares? Le aspettative, almeno ad inizio stagione, erano altre.
“Non è giusto né bello piangersi addosso ma la stagione fino a febbraio è stata molto sfortunata, tanto che il mister Pigatto ha fatto esordire e giocare molti ragazzi del’ 96 e’ 97 per far fronte ai numerosi infortuni. Questo non deve essere comunque un alibi e nelle ultime settimane stiamo cercando di recuperare il terreno perso”.
Zoom sulla lotta salvezza. L’avversaria da evitare?
“Tutte le squadre in lotta, pur con esperienza e caratteristiche differenti, sono squadre ostiche e quindi difficili da affrontare”.
Come arriva l’Ares agli appuntamenti clou della stagione? La ricetta-salvezza qual è?
“La chiave per salvarsi è essere squadra fino all’ultima partita, alla fine a fare la differenza è sempre il gruppo, in qualsiasi categoria. Io ci credo, ci credono il mister e i miei compagni. Giochiamo senza pensieri, poi prenderemo quel che verrà”.
Riccardo Perandini