Avesa, sei innesti e un nuovo tecnico per non soffrire più. Il diesse Trimeloni: “Puntiamo alla metà sinistra della classifica”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 5 Agosto 2014Evitare i patimenti dello scorso campionato. Il diktat ad Avesa è chiaro per tutti: nessuno vuole più soffrire come lo scorso anno. La dirigenza, in tal senso, s’è mossa per ritoccare la rosa dove necessario. Il diesse Trimeloni ha messo a segno ben sei innesti, le mosse giuste per colmare le partenze e rinforzare ogni reparto. Sono arrivati due portieri, Perbellini(Juventina Valpantena) e Favalezza(Albaredo), due cursori di fascia, Aguilar(Concordia) e Avesani(Cadore), uno stopper, Baffa(Cadore) e un mediano, Veronesi (Primavera 99). Dall’Arbizzano, invece, rientra per fine prestito il promettente classe 1993 Matteo Lui.
Ma non finisce qui. Volto nuovo anche in panchina: a condurre l’Avesa, al posto di Francesco Marafioti, ci sarà Lucio Marconi, esperto tecnico reduce da un biennio con la Juventina Valpantena. L’obiettivo dichiarato è l’aggancio alla metà sinistra della classifica.
“Proviamo a migliorarci – sentenzia il diesse Trimeloni – la mia speranza è quella di raggiungere la metà sinistra della classifica. Le qualità ci sono, quest’anno non ci sarà il problema degli universitari perciò ho ancor più fiducia nella squadra e nel lavoro del mister”.
Un volto nuovo, Lucio Marconi, per la panchina dell’Avesa. La società ha scelto un uomo d’esperienza per la guida tecnica: requisito che, curriculum alla mano, Marconi garantisce senza ombra di dubbio.
“Era una nostra prima scelta – commenta Trimeloni – siamo felici di poter intraprendere quest’annata con un tecnico come Marconi. Abbiamo ottime referenze su di lui, inoltre conosce più di un nostro giocatore. Sono sicuro che sapremo migliorare lo scorso campionato, l’ambiente equilibrato e sereno che c’è qui ad Avesa contribuirà senz’altro a favorire l’inserimento dei nuovi, un passaggio fondamentale per iniziare col piede giusto. Non ci resta che iniziare gli allenamenti il diciotto agosto”.
Riccardo Perandini