In Promozione brilla la stella del Caldiero. La felicità del tecnico Piuzzi: “Girone d’andata strepitoso. Ringrazio tutti, ma non sentiamoci arrivati”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 22 Dicembre 2014Il Caldiero va in carrozza. Col frac cucito addosso, elegante come pochi. La rotta verso il primato, anticamera di un ritorno in Eccellenza che, vista la struttura societaria, sarebbe più che meritato, pare quasi un copione già scritto. Una storia ancora tutta da passare agli annali, per la quale, però, in molti già prevedono il finale.
Bello e possibile: l’etichetta che gli addetti ai lavori hanno affibbiato alla formazione di Piuzzi è, forse, il riconoscimento più bello che l’intero campionato di Promozione poteva attribuire all’undici termale. I numeri parlano chiaro: continuasse così, non ce n’è per nessuno.
Il Caldiero è troppo forte, troppo superiore per rischiare di ripetere l’errore dello scorso anno. Di narcisismo, all’ombra di Giunone, non c’è traccia. La consapevolezza che sia davvero l’anno buono per risalire si respira nell’aria, così come la scaramanzia, unita alla prudenza, che non sono mai troppe, in fatto di analisi e dichiarazioni su ciò che è stato e su ciò che sarà da qui a maggio. Roberto Piuzzi, artefice della cavalcata e abile regista da panchina, non nasconde la propria giustificata e legittima soddisfazione per quanto meritato sul campo. Le sue, sono vere e proprie parole al miele.
“Innanzitutto ringrazio tutti coloro che fanno parte del Calcio Caldiero – commenta Piuzzi – dal presidente Berti che ha costruito una società che non fa mai mancare nulla, al diesse Fabio Brutti che, lo dico sinceramente, per impegno, competenza e passione è di un’altra categoria. Passo poi allo staff: il mio secondo Giampaolo Bazzoni, Marco Dalli Cani, gran preparatore dei portieri, Kahlil Anwar, il mago dei muscoli dei giocatori, Matteo Zambello, preparatore atletico che vedremo nei professionisti tra qualche anno, il team manager Ivan Miraglia, che se non ci fosse dovremmo inventarlo, per finire con Corrado Drezza e Luciano Scotton, sempre disponibili come pochi. Se il Caldiero è là davanti e fa parlare di sè è grazie a loro”.
Un copione perfetto, quello scritto da Piuzzi. Interpretato a dovere, senza quasi nemmeno una sbavatura dai suoi, in un crescendo continuo, come a dire che, se questo è lo spettacolo visto finora, la platea a teatro ha di che incuriosirsi per il finale. Perchè il Caldiero piace e convince, è utile e dilettevole insieme, proprio come voleva Piuzzi, che col bel calcio, è risaputo, ha uno stretto legame da anni.
“La parola d’ordine è umiltà – prosegue – che vorrà dire mantenere sempre la voglia di stupire e di superare tutte quelle difficoltà che fisiologicamente arriveranno. C’è la consapevolezza che, finchè la matematica non ci premia, non abbiamo concluso niente. Il titolo di campioni d’inverno è uno zuccherino, ma è la torta di maggio che conta. Dobbiamo limare ancora dei difetti, soprattutto nella gestione della fase difensiva dato che abbiamo preso troppi goal ultimamente”.
Piuzzi non si sente arrivato. In testa ha un cruccio: dare un compito preciso alla sua squadra e farsi capire a dovere. Ma non solo.
“Mi piacciono le squadre in cui si vede un’idea di gioco precisa, dove i giocatori sanno bene cosa devono fare – conclude – ora il mio concetto di calcio è passato qui, i ragazzi l’hanno recepito bene. Ma è la continuità che ci farà grandi e non è facile da mantenere. Le avversarie più insidiose? Tutte, con un occhio di riguardo a Valgatara, Sona e San Martino, che ha in Corazza un’arma in più. Noi però, da qui a maggio, faremo corsa su noi stessi. I calcoli li faremo dopo marzo. Prima, c’è davvero molto da lavorare: mettiamoci in marcia”.