Gobbetti, l’orgoglio ed il dolore dopo l’infortunio. Il numero uno: “Petrin sarà un degno sostituto. Faccio un in bocca al lupo ai compagni, il primato dev’essere nostro”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 17 Aprile 2015Orgoglio e dolore. L’uno davanti all’altro, pronti a fare a cazzotti. Sono giorni di sentimenti contrastanti, per Francesco Gobbetti. L’infortunio al tendine d’Achille è una ferita ancora aperta. Del dolore fisico è meglio non parlare, tant’è lancinante. Ma è quello interiore, che lo turba dal profondo dell’animo, a logorarlo. Eppure, Francesco vive il logorio con orgoglio, a testa altissima. Gobbetti è uno sportivo vero: un appassionato fino al midollo. Il calcio interseca le proprie rotte con la sua vita: il significato che ha per lui va oltre i confini dello sport.
Da due anni coltivava l’ambizione del successo. Quel primato sfuggito lo scorso anno, in questa stagione sembrava invece appannaggio del suo San Zeno. A tre giornate dalla fine con cinque punti di vantaggio sulla seconda, rincorrerlo coi sogni non è certo un azzardo. Quel salto in Promozione per lui significava molto, per non dire tutto. In quel primo posto agognato avrebbe trovato la sublimazione di tutti i suoi sforzi. Purtroppo, Francesco dovrà vivere le ultime tre sfide da fuori. Un’impresa anche questa, tanta sarebbe la voglia di esserci, anche con una gamba sola. Nonostante tutto, non mancherà. Sosterrà i compagni con il cuore e lo sguardo dalla tribuna. Sperando, tra 270′, forse anche meno, di esplodere di gioia. Di far sì che l’urlo di felicità superi di gran lunga l’astio ed il dolore per il grave infortunio subito.
“Per me questo finale di stagione era tutto – commenta – dava significato a tutti i sacrifici. Giocarsi Coppa e campionato in un mese per me era uno stimolo incredibile, volevo esserci. Mi piange il cuore, ma confido nei miei compagni: non sbaglieranno”.
Incerta ancora la dinamica degli eventi che hanno causato l’infortunio.
“C’era una punizione a due in area – spiega – ad un certo punto ho sentito un colpo, forse un calcio, e sono crollato a terra dolorante. Ho provato a rialzarmi tra mille imprecazioni, ma non c’era verso. Sono uscito dal campo e già mi ero accorto che era grave. Poi mi hanno diagnosticato la rottura del tendine d’Achille: sono stato operato d’urgenza. Fa male, malissimo. E’ un’esperienza che non auguro a nessuno. Ma tornerò in campo: il calcio per me è tutto. Voglio ancora dare molto a questo sport”.
Gobbetti, da buon decano, non lesina un in bocca al lupo al suo sostituto, Dario Petrin, ex Bnc Noi, e a suoi compagni.
“Dario sarà un degno sostituto, non ho dubbi – conclude – faccio un in bocca al lupo a lui e ai miei compagni. Non vogliono vedersi sfuggire il traguardo sul più bello ancora una volta. Sapranno dare qualcosa in più sia in Coppa sia in campionato. Coraggio, ragazzi”.