Valdalpone, è Prima Categoria. Peter Taccardi centra il secondo primato di fila: “Lacrime di gioia”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 27 Aprile 2015Una gioia immensa, profonda, talmente intensa che, a sceglier gli aggettivi per descriverla, quasi si fa peccato a non decidere di scrivere tutti quelli che vengono in mente: il Valdalpone è in Prima Categoria. A Montecchia di Crosara è festa grande: la baraonda è già partita.
Tra le grida di gioia levate al cielo, c’è quella lunghissima e liberatoria di Peter Taccardi, tecnico artefice della cavalcata che ha centrato il secondo successo di fila in Seconda Categoria. Un piccolo grande capolavoro che s’inserisce, a pieno titolo, nelle pagine del dilettantismo di casa nostra.
L’anno scorso ad Almisano, oggi a Montecchia: percorsi diversi per il medesimo obiettivo. Per lui, sono lacrime di felicità. Gaudio puro e semplice, spontaneo, esplosione irrefrenabile di tutte le pulsioni represse sino ad ora, un po’ per prudenza, un po’ per buonsenso, un po’ per scaramanzia, per parlare sono a giochi fatti.
Il suo Valdalpone ce l’ha fatta: giovane e imberbe, privo di nomi altisonanti, quasi a fari spenti, s’è scoperto formidabile maratoneta. Instancabile, infaticabile, capace di reggere l’urto e le pressioni fino alla fine. Senza mai cedere, questo va detto: i numeri parlano chiaro. Settanta punti sono un’enormità, il dato è da sottolineare.
Conquistata la testa, il Valdalpone non l’ha mai mollata. Ha avuto la forza, l’energia, l’entusiasmo, le idee, il buonsenso e la gamba per reggere il confronto con chi, da dietro, le provava tutte per mettere i bastoni tra le ruote. Merito di tutti: del tecnico, mentore e demiurgo di un complesso che s’è scoperto grande, della società, dei ragazzi, interpreti di un credo che s’è rivelato realista, ottimista e vincente.
Taccardi, a poche ore dal successo, commenta così il suo personalissimo bis di primi posti.
“Ho le lacrime di gioia – commenta – questo successo mi ripaga di tante cose, soprattutto delle promesse non mantenute lo scorso anno, quando, dopo aver vinto un campionato ad Almisano nel clamore generale, mi sono ritrovato a piedi, senza squadra. Ho vinto due campionati con due percorsi diversissimi, forse qualcosa di buono in questi due gruppi ho lasciato. La forza di quest’anno? La capacità di tutti di interpretare in campo un pensiero unico. Spiego perchè: abbiamo perso le punte per tanto tempo, arrivando a giocare con un 4-5-1 con Tracco punta, che punta non è. Non avremo dominato le partite, ma i risultati parlano per noi. L’intero gruppo ha sopperito alle mancanze, questo mi resterà dentro: per me che alleno è una soddisfazione bellissima. Ringrazio tutti indistintamente: ora godiamoci la festa. Dopo una grande corsa, ce la meritiamo tutta”.