Il centenario a tinte giallo e blu: buon compleanno A.C. Cologna Veneta
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 26 Luglio 2019Ci sono centenari e centenari. Se parliamo della cittadina colognese, arrivata a festeggiare quest’anno le 100 candeline della propria società, il traguardo assume una portata decisamente più grande. Basti solo pensare che per celebrare la squadra si sono riunite sabato 20 luglio più di 300 persone nella suggestiva Piazza del Duomo tra vecchie glorie e giocatori del recente passato colognese. Una cornice meravigliosa a tinte gialloblù in una piazza del Duomo in cui tutto iniziò a cavallo del 1900. Un anno di festeggiamenti che continuerà nei prossimi mesi e si concluderà a dicembre in occasione della presentazione del libro dedicato.
“Cologna Veneta, l’università del calcio è tornata finalmente a risplendere”, come ricordano il Presidente regionale della Lega Dilettanti Giuseppe Ruzza da una parte e Maurizio Faccioli ,storico presidente della Serie D e capofila della serata, dall’altra.
Cologna Veneta, infatti, conosciuta in tutto il mondo anche per la produzione del proprio mandorlato, già ai tempi della Repubblica di Venezia permise a questa cittadina di avere una posizione di prestigio che la rese unica e particolare. Il calcio che arrivò mezzo secolo più tardi ne ricalcò i medesimi tratti, le aspirazioni di queste origini.
“Se il calcio a Cologna Veneta arrivò per creare qualcosa di estremamente nuovo e utile alle persone nel creare aggregazione”, spiega il sindaco Manuel Scalzotto “possiamo certamente dire che sia stato un viatico importante per tramandare di generazione in generazione i tratti caratteristici di questa storia millenaria”.
E i presidenti della lunga storia gialloblù erano tutti in riga presenti a ricordare tempi andati, ma rimasti ancora vivi nel cuore. “Ricordando anche quelli che non ci sono più”, aggiunge Tiberio Brutti , attuale punto fermo della società gialloblù assieme al DS Martinelli, “credo sia stata una bella pagina di sport il ritrovarsi tutti qui in questa piazza, segno di grande attaccamento a questi ambienti”.
E tra i luoghi che più hanno contraddistinto questa società c’è il vecchio Comunale, diventato celebre dalle migliaia di cronache locali per quel muro caratteristico dietro alla porta dove le corse dei ragazzi spesso si fermavano e dove i sogni hanno cominciato a realizzarsi, meglio tornare quindi a giocarvi. “Ogni volta che torno qui il tempo si ferma”, esordisce Guerrino Gasparello , il primo ad arrivare anche nel caldo pomeriggio di luglio prima della partita.
E c’erano proprio tutti prima di festeggiare al Comunale. Nemmeno il condottiero Loris Boni tecnico della Serie D, ha voluto mancare a questo appuntamento. “Troppa la voglia di riabbracciare i miei ragazzi”, il pensiero emozionato del tecnico in una giornata in cui non sono mancati i momenti di commozione.
Compattezza e carattere i distintivi della formazione gialloblù che proprio con l’allenatore poté sempre a testa alta giocarsela con chiunque.
Della squadra che nel 2003 si giocò e vinse i playoff del girone C con Bassano Virtus e Santa Lucia di Piave un ritrovo davvero speciale. A trottare prima della partita anche Samuele Bellomi e Simone Dal Degan. Tanti i chilometri
per esserci da parte di Alberto Valsecchi , Gianluca Correzzola , Luca Arzenton e Luca Margherita .
“Per l’occasione sono venuto vestito con la storica maglia della D”, commenta Valsecchi. “Sono arrivato qui a Cologna che ero un bambino, con tanti sogni nel cassetto. Mi sono sentito a casa qui a Cologna fin dal primo momento”.
Prima della favola Chievo esistette una piccola realtà di provincia che fece proporzionalmente sontuosi miracoli. In un campo sportivo tra i più antichi del panorama calcistico dilettante, in cui tutto sembra essere rimasto intanto come in una chioccia di cristallo, si sono ritrovati infatti tutti per un quadrangolare che ha aperto la giornata prima del taglio della torta finale in Piazza del Duomo.
Da Loris Boni ad un altro tecnico acclamato soprattutto dagli “Schiavoni”, le “brigate” storiche gialloblù, ovvero Claudio Ottoni . Una serata, inoltre, che però ha voluto come su di una macchina del tempo ripercorrere alcune delle tappe più significative. Erano gli inizi degli anni ottanta quando Giancarlo Savoia si prese qualche soddisfazione a Cologna Veneta: “Mi volle a tutti i costi il presidente Scevaroli e allora costruimmo una squadra che con i vari Alberto Gaiardoni , Aldo Carabotti e Lucillo Bortolazzi non fece dormire sogni tranquilli a molte squadre qui intorno. Peccato però per non aver vinto quel campionato”. E ancora ecco tutta la schiera dei terribili ragazzi che guidati da Patrizio Minozzi nel 2001 con una rimonta pazzesca e una vittoria al cardiopalma ai calci di rigori riuscì a strappare di dosso il campionato alla Sambonifacese. Dal capitano Cesare Scaggion passando a Nicola Dalla Chiara, Andrea Giaretta , Sandro Sicchieri , Stefano De Mori , Massimo Marsotto , Alessandro Cardin , Simone Boron e Giuliano Tamiozzo . “Penso che abbiamo fatto qualcosa di eccezionale”, ricorda Scaggion. “Il fatto che quasi ogni anno ci si riveda e si ricordi quel periodo la dice lunga sul valore della squadra”.
Premiati anche i molti allenatori passati anche dalle giovanili del Cologna Veneta, tra cui Matteo Bertolaso , Luigi Zuccon e Salvatore Di Paola . Cosi come molti i riconoscimenti ad altre bandiere del calcio colognese. Da Sergio Rizzotto , il portierone che già a 15 anni si allenava con la storica squadra della Serie C di Gege Fuin e che fece la fortuna prima a Cosenza e poi a Chieti. E ancora Pierino Gonella il predestinato arrivato negli anni Cinquanta a giocare con la casacca del Genoa. Silvano Vighini e Adriano Paccagnella invece hanno rappresentato l’anima della storica avventura in Promozione sul finire degli anni Settanta. “Cologna Veneta è stata per molto tempo la mia famiglia”, racconta Vighini. Qui ho ricevuto proprio questo senso di familiarità che da nessun’altra parte sono riuscito ad avere. Sono onorato di avere fatto parte di questa avventura”.
Alt, fermi tutti. Se si parla di storia non si può saltare una delle figure che meglio ha conosciuto e raccolto gli ultimi 50 anni: Gianni Fabris . Per lui un vero tuffo di ricordi assieme a tanti cari vecchi amici e colleghi.
Una passerella sempre coordinata alla perfezione da tutta la società colognese, in primis il DS Renato Martinelli . “È stata un’emozione sincera anche per chi ha organizzato tutto questo. Questo è un primo tassello, ma sono serate come queste che aiutano e alimentano l’ambiente stesso”. Lo stesso DS si lascia scappare un sogno, magari non troppo lontano… “Effettivamente tutte queste figure assieme sarebbero una base davvero solida per costruire altre storie come queste…”. Il riferimento è certamente quello per Denis Berti , presidente del Giovane Cologna, anche lui sul “palco naturale” del Duomo assieme a Tiberio Brutti e Flavio Rigon .
Un antipasto di una serie di appuntamenti che si realizzeranno tra settembre e dicembre con la presentazione del libro in occasione proprio della Festa del Mandorlato e dedicato proprio al centenario della squadra gialloblù.
Ma intanto una prima scintilla è già di nuovo scattata nell’anima del vecchio cuore gialloblù.