Tra dubbio e desiderio. Il calcio post-Covid riparte in mezzo a mille interrogativi

Tra dubbio e desiderio. Il calcio post-Covid riparte in mezzo a mille interrogativi

by 19 Settembre 2020

Voce del verbo ripartire. Mai come oggi desiderio comune, mai come oggi fonte di dubbi ancora insolvibili. Tale è la situazione del dilettantismo, veronese e non solo, chiamato al difficile compito di riprendere a giocare in un clima che, va detto, di giocoso non ha granchè.

Se è forte il desiderio di ripresa, non si sciolgono gli interrogativi determinati da una nuova normalità che, detta in un gioco di parole, ha molto di normativo e poco di normale, se per normale intendiamo uno stato di cose a cui siamo abituati.

I tarli sono noti: quante società sono preparate a gestire davvero in sicurezza la ripresa? Quant’è arduo gestire l’ingresso del pubblico in impianti che, per struttura, non sono stati certo pensati per consentire le norme post-Covid? Che ne sarà della credibilità dei campionati qualora pervenissero rinvii causati da positività emerse nelle società?

Tasto dolente, quest’ultimo, oggetto di possibile revisione, si diceva: serve passare, in buona sostanza, all’isolamento del singolo caso e non dell’intera schiera di persone con cui è venuto in contatto. Cavillo non semplice da aggirare o da reinterpretare: il calcio non può fare eccezione al mondo del lavoro.

Si rimane così, sospesi. Sospinti dalla speranza che tutto fili liscio, frenati da un buonsenso che non può esser eluso. Siamo tutti chiamati ad una prova di responsabilità: condizione necessaria alla ripartenza, non sufficiente a superare indenni la mole di crucci non risolti. L’augurio è più sincero che mai: buon calcio a tutti. Che si torni a parlare del Gioco, scritto con la g maiuscola, piuttosto che di norme e mascherine. Qualcuno litigherà, ma sarà pur sempre un segnale di vita.