SUPERBOMBER/Olivieri ne fa tre e supera quota 250 gol in carriera
by Calcio Dilettante 11 Ottobre 2011Una rima racconta la sua storia di attaccante senza fine: Oliviero bomber vero. E lui non si è smentito tagliando domenica scorsa il traguardo dei 250 gol in carriera. Oliviero Olivieri oggi gioca ad Albaredo in Terza categoria, ma è reduce da una lunga navigazione per i mari del calcio nostrano. ‘Oly’ Si è messo a segnare una vita fa. E non ha più smesso di farlo. Un colpo di acceleratore e via. Fino a toccare vette concesse a pochi.
Duecentocinquanta volte gol. Ricorda il primo?
“Ricordo che giocavo ancora nel campionato Allievi, nella Speme, e una volta mi portarono a giocare in prima squadra. Vincemmo uno a zero, gol del piccolo Oly. Una vita fa”.
Il più emozionante?
“Il rigore al novantesimo che ci laureò campioni del Veneto con la Rappresentativa Under 21 Figc di Verona, contro il Bolzano. Poi proseguimmo fino alla finale nazionale ad Alghero, persa contro la Roma. Erano gli Anni Novanta. Ma questo è un gol fuori conteggio”.
Il più difficile?
“O anche il più facile, dipende dai punti di vista: il pallonetto da 60 metri contro il San Giovanni Ilarione. Difficile per la balistica, facile perché mi permise di risparmiarmi una cavalcata inaffrontabile. In campo, e specie nel mio ruolo, un ‘colpo di genio’ vale più di mille corse”.
La maglia che più ha amato?
“Un nome? Farei torto a tante società, tanti paesi, tanti dirigenti e tante persone che mi hanno dato la possibilità di divertirmi e fare sport. Le porto tutte con me”.
Il compagno che rivorrebbe con sé?
“L’ineguagliabile "Bobo" Garzon, che purtroppo recentemente ci ha lasciato. Era il mio partner d’attacco nell’Union AC. nell’anno dei miei 30 gol. Uno spasso, sia in campo che fuori. Lo abbraccio forte”.
L’avversario più forte che ha affrontato?
“Lo incontro ogni domenica, ed è quello vestito di nero, dai gesti buffi e lo sguardo assente. Col fischietto in bocca e i cartellini in tasca, però, è troppo facile. Una "specie" sfuggita alle leggi di Darwin”.
La partita da dimenticare?
“Quella che in Promozione ci costò la retrocessione con l’Audace, contro il Cornedo. Se ci penso ancora ci resto male”.
L’occasione persa?
“Tante immagino, ma poco male. Preferisco contare quelle colte”.
La squadra con la quale avrebbe voluto giocare almeno una partita?
!Troppo facile. Anche un solo minuto, con la Magica Roma all’Olimpico, con l’8 sulle spalle del mio idolo Toninho Cerezo e la Sud che inneggia "còre de ‘sta città". Da brividi”.
Un pensiero ai 300 gol?
“Neanche mezzo”.
C’è un allenatore che l’ha aiutata più di altri?
“Devo citarne almeno tre: Olindo Filippi per la professionalità. Adriano Laperni, per i tanti campionati vinti assieme. E Andrea Scardoni, per la fiducia e l’amicizia dimostratami, spero ripagata. Un mister che merita platee ben più importanti”.
Tra i dilettanti scelga i tre migliori di sempre
“Marmorato, il miglior portiere col quale abbia mai giocato. E due mostri sacri del gol: Intrabartolo e ‘Ciccio’ Dal Gal”.
Dediche speciali da fare?
“A mia mamma. Il merito di tutto ciò che di buono in me è suo. Grazie mamma”.