NUMERI UNO/ Le verità di Paganin, numero uno dell’Aurora Cavalponica
by Calcio Dilettante 4 Dicembre 2012In volo verso il passato, parando gioie e ricordi di un tempo che fu. Mani protese, testa tra le braccia, istinto e tecnica che si incrociano. Rapido, nevrile, guizzante: Yuri Paganin si racconta, sfogliando le pagine di una settimana ricca di amarcord. L’orizzonte gli stuzzica la memoria: tinte biancazzurre, l’aria di casa, facce note, un campo che è storia di battaglie e di trionfi, di momenti da incorniciare e un orgoglio di cui andar fieri. Santo Stefano-Aurora Cavalponica è il film dell’est veronese che cresce, del calcio vissuto nella maniera più pura. Entusiasmo e tensione, passione viscerale e il fascino dell’attesa. Yuri Paganin è l’ex di turno, e per il numero uno dell’Aurora non sarà una partita come tutte le altre:
“ E’ chiaro che per me è una partita particolare, la sento molto di più rispetto alle altre. Abito a Santo Stefano, e lì ho giocato negli ultimi tre anni. Ci sarà un’atmosfera interessante, io spero di fare bene ”.
L’Aurora vista dai pali. Avete avuto un calo dopo la buona partenza: cos’è successo?
“ E’ mancata compattezza nel gruppo, specie per la gestione di alcune partite. Ce la stiamo mettendo tutta, ma non siamo ancora una squadra, la rosa è stata rifatta per metà e si vede. Qui però il gruppo è unito, e remando tutti dalla stessa parte ci toglieremo delle soddisfazioni, le qualità le abbiamo”.
Domenica vi siete nettamente ripresi: qual è l’aspetto che più ti rende ottimista?
“ L’ambiente, qui all’Aurora si sta veramente bene. La società è sempre presente, non ci manca nulla e abbiamo tutti un ottimo rapporto. La base dal punto di vista umano c’è, il lavoro parte da lì. Poi calcisticamente abbiamo doti tecniche importanti per la categoria, e col tempo cercheremo di tirarle fuori ”.
Siamo puntigliosi: dove pecca ancora l’Aurora?
“ Serve un salto di qualità per quanto riguarda la mentalità e il modo in cui viviamo la partita nell’arco dei 90’. Non manca l’impegno, però a volte capita che sbagliamo per poca concentrazione, oppure non siamo cattivi quando dovremmo. Da questo punto di vista dobbiamo migliorare, e ne siamo tutti consapevoli ”.
Focalizziamo lo sguardo sul ruolo del portiere: quale dote è più importante in un campionato come la Prima?
“ La concentrazione più di tutte. Rispetto alla Seconda arrivano molti più palloni, magari anche semplici a volte ma bisogna farsi trovare pronti, non c’è lo spazio per staccare. Poi un po’ di mestiere ci vuole, davanti c’è gente che sa giocare al calcio, e in porta non può stare chiunque ”.
Uno sguardo ai colleghi: il più bravo?
“ Non voglio essere presuntuoso, ma non mi ha impressionato nessuno. Certo è che un portiere come Peretti, in fatto di esperienza, ha qualcosa in più di tutti. E’ uno dei migliori non per nulla ”.
Il giocatore che più ti ha messo in difficoltà?
“ Sinigaglia del Cologna Veneta, è veramente una gran punta, veloce, brava coi piedi e molto imprevedibile ”.
Giudichiamo il campionato: chi gioca il miglior calcio?
“ Finora il Tezze è la squadra che mi è piaciuta di più, non buttano mai via la palla e hanno dei giocatori molto bravi ”.
Sorpresa e delusione?
“ Sorpresa, anche se coi nomi che ha non è lì davanti per caso, dico il Santo Stefano. Delusione nessuna per il momento, l’Hellas era un po’ in ritardo ma si è ripreso bene, e penso resterà nelle prime posizioni ”.
Concludiamo, Yuri. Dove può arrivare l’Aurora Cavalponica?
“ Vorrei dire che potremmo puntare a qualcosa di più della salvezza, ma prima salviamoci, poi più avanti faremo le nostre valutazioni. Il gruppo è valido, ma servono i punti: facciamoli, i conti si faranno alla fine ”.
Riccardo Perandini