Alba, il futuro è in casa. Panoramica sul settore giovanile giallorosso
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 11 Febbraio 2014Il futuro tra le mani. Costruito in casa, frutto del sudore della propria fronte e dei propri sforzi. Anni di lavoro e di pianificazione, centinaia di ragazzi allevati categoria per categoria. Una filiera lunghissima, che parte dalla scuola calcio e termina nella prima squadra. Con una sola parola d’ordine: continuità. Questa, è l’Alba Borgo Roma.
Continuità nelle scelte, nelle idee, nella voglia di fare del calcio uno strumento sociale, ludico ed educativo insieme. Continuità nell’incessante lavoro di cura del vivaio, continuità nella politica di aprire le porte della prima squadra ai giovani del settore giovanile. Non si arriva a tanto per caso. L’Alba Borgo Roma è, nel suo piccolo, uno dei vivai più numerosi e floridi dell’intera città di Verona. In poche raggiungono il suo livello.
Raggruppa centinaia di ragazzi anche di diverse etnie, tocca ovunque i migliori campionati regionali, e con ogni categoria. Segno che il lavoro svolto è da applausi. Il vivaio, infatti, è curato quotidianamente, sul campo e fuori, attraverso una collaborazione strettissima tra i responsabili societari e le figure degli staff tecnici di ogni squadra. Le difficoltà ci sono, certo. All’Alba però, sanno come proseguire lungo la retta via.
“Non possiamo che essere soddisfatti del percorso che stiamo facendo – spiega il direttore sportivo del vivaio giallorosso, Matteo Corradini – riusciamo ancora ad attrarre tanti ragazzini e a insegnar loro il gioco del calcio. Siamo presenti in tutte le categorie regionali, anche nell’elite e nei campionati sperimentali. Penso che in pochi riescano a raggiungere un livello simile”.
“Per una società come la nostra, di quartiere – prosegue il responsabile del vivaio, Diego Quaini – in cui conviviamo con altre cinque realtà, fare calcio a questi livelli non è facile. Eppure la serietà che ci contraddistingue ci ha permesso di arrivare ai massimi campionati giovanili, è un traguardo che ci gratifica”.
Tante le etnie rappresentate dai giovani atleti dell’Alba, divenuta, ormai, un modello d’integrazione.
“E’ proprio così – spiega il direttore tecnico Andrea Zenari – abbiamo più di dieci etnie diverse nelle nostre squadre. Gestire tante differenze culturali è un lavoro non facile che però ci vede impegnati in prima linea nel favorire l’integrazione, per la quale, lo sottolineo, il calcio è uno strumento validissimo. Problemi particolari non ne abbiamo registrati, anche perchè il confronto con i ragazzi è continuo e diretto e con il dialogo riusciamo spesso a risolvere ogni problema sul nascere”.
Anche la prima squadra, a ben vedere, è composta di diversi giovani provenienti dal vivaio giallorosso. Segno che la continuità è una priorità in cui credete davvero.
“Proprio così – conclude Quaini – da noi i nostri ragazzi hanno sempre modo di avvicinarsi alla prima squadra, è lo sbocco naturale per i tanti ragazzi del vivaio. Domenica contro il Caldiero tra i convocati più di metà erano scuola Alba: una soddisfazione enorme. Le difficoltà ci sono ovunque, basta saperle gestire. Noi da anni abbiamo intrapreso una politica educativa ben chiara che ha soddisfatto tutti: ragazzi e genitori. Tant’è che i ragazzi vengono sempre ad allenarsi e con i genitori non abbiamo praticamente mai avuto problemi. Questa era l’Alba che volevamo, ed è quella che abbiamo ottenuto e che tutti possono vedere. La speranza è di riuscire a migliorare ancora”.