Bellomo sorride dal Galles. Storia di uno stopper all’italiana riscopertosi bomber… all’inglese”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 28 Marzo 2014Da stopper a bomber. Eduardo Bellomo sorride dal Galles. L’ex Avesa, sotto gli acquazzoni gallesi, sorride al mondo col nove sulle spalle. Oltremanica gioca là davanti, come centravanti boa, talvolta addirittura dietro le punte. Una metamorfosi curiosa, la sua. Giunta la notizia, qui gli amici, logicamente, non fanno mancare copiose battute di spirito. In Galles però, Bellomo è l’idolo italico dello spogliatoio. Gli hanno dedicato anche un coro.
“He comes from Italy, he scored a penalty. Eduardo, Eduardo!” Lo osannano così l’ex stopper dell’Avesa, dalle parti di Bangor, nel nord del Galles. Bellomo, salito oltremanica per un’esperienza di ricerca in psicofisiologia dello sport, ha trovato il modo per praticare il calcio anche nella cittadina universitaria in cui oggi risiede. La sua storia è curiosissima: sicuro di dover appendere le scarpette al chiodo, l’ex stopper dell’Avesa, invece, ha ricevuto la chiamata di Jamie Davies, il manager del Llandegfan Anthelope, la squadra locale che prende il nome da un pub che la sponsorizza. Bellomo, com’era preventivabile, non ha saputo dire di no. Ma non è questa la notizia curiosa. A suscitare scalpore, è il posizionamento che il tecnico gallese ha scelto per lui: attaccante. Dopo una vita in difesa, Bellomo s’è ritrovato a spaziare sul fronte offensivo. Neanche a dirlo, alla prima occasione è stato decisivo per la vittoria della squadra.
“Sono entrato in campo nel secondo tempo sul tre a tre. Era una giornata piovosa, giocavamo su campo simile a quello del Crazy, in “busa”. L’allenatore, che in allenamento mi aveva chiesto di provare a fare l’attaccante, è stato di parola, facendomi esordire proprio in attacco. Dopo i supplementari, siamo andati ai rigori. Ho scelto di calciare il sesto, sperando di non doverlo calciare. Ironia della sorte, sbagliavano tutti, così sono dovuto andare sul dischetto. Lo confesso: non ho mai calciato un rigore in vita mia. Ho segnato e tutti mi hanno abbracciato cantando “Italia, Italia!” “.
Il Llandegfan Anthelope è iscritto ad un campionato equivalente alla Terza Categoria italiana. Il calcio praticato, svelerà Bellomo, è rude come non mai.
“In Galles la tattica non esiste. Si gioca un calcio fatto di lanci lunghi e continue spallate, praticamente è una lotta. Noi siamo l’unica squadra che per volere dell’allenatore giochiamo palla a terra, e se devo esser sincero ci riusciamo. La cosa curiosa è che i difensori non marcano gli attaccanti quando non hanno la palla. Appena la prendono però, fanno di quelle entrate…”
Da poco, Bellomo è diventato il divetto italiano cui i compagni dedicano rumorosi cori in spogliatoio.
“In spogliatoio e al pub, dopo la partita, continuavano a dedicarmi un coro, e ogni tanto ripetono “Italia, Italia!”. E’ bellissimo: qui il tempo è terribile, piove sempre, ma il calore, diciamo così, arriva da fonti alternative”.
Tornerà a maggio, giusto in tempo per dare l’esame di stato per diventare psicologo.
“Una volta dato l’esame valuterò il da farsi. Non so se riprenderò a giocare a calcio nell’Avesa, se starò in Italia o andrò all’estero. Devo valutare con calma la situazione. Ora penso soltanto a godermi quest’esperienza”.