Bussolengo, servono quattro bracciate. Il tecnico Tommasi: “Anno duro. Coroniamolo con la salvezza”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 21 Marzo 2016Anno duro. Di quelli tosti, che ti sfiancano per davvero. Bussolengo prepara il bilancino. E’ l’ora dei calcoli. Gli occhi guardano alla salvezza diretta. E’ l’obiettivo, la priorità, la necessità incontrovertibile.
La Prima va mantenuta. Ad ogni costo. Lo vuole la piazza, lo impone il blasone, la storia della società di un centro come Bussolengo. Che vive di prodotto interno, certo. Ma che non merita certo di impelagarsi in Seconda Categoria. Franco Tommasi, che sulla panchina dei biancorossoverdi siede da tredici anni, di retrocessione non ne vuol nemmeno sentire parlare.
La sua creatura può cercare ancora la via della redenzione. Lo dicono i numeri, lo dice l’ultimo, positivo periodo. E se l’infermeria si svuotasse sul più bello…
“Troppi infortuni nei ruoli chiave ci hanno penalizzato – commenta il tecnico – perdere Donisi e Tezza per così tanto tempo è stato tosto, per tutti. Come non aver Perina dietro: un perno che a noi non può mancare. E’ uscita la forza del gruppo. Non si è mai rotto niente, e questo lo voglio sottolineare”.
L’anno storto, insomma, par quasi chiedere di venir raddrizzato.
“Valiamo la categoria – conclude – pian piano inseriamo diversi ragazzi giovani, soffriamo qualcosa, ma è il nostro destino, di cui tutti siamo consapevoli. Forse quest’anno potevamo sperare in un campionato diverso, più tranquillo. Invece la sorte non ci ha sorriso. Anche Ferraro, fluidificante di sinistra sul quale puntavo molto, ci è venuto a mancare. Quando si perdono i pezzi, mettere insieme un mosaico non è mai facile. Sono fortunato ad allenare dei gran bravi ragazzi. La salvezza la voglio soprattutto per loro: sarebbe un premio meritato col sudore e col buonsenso”.
Infine, il monito, l’invito. La parola del demiurgo, che da tredici anni, a certe latitudini, è un padre putativo di molti ragazzi, oltre che del proprio figliolo, pure lui calciatore.
“Coraggio, Bussolengo: servono ancora quattro bracciate. Facciamole insieme”.