E’ il giorno dei trionfi. A Quaderni, Cologna Veneta e nel quartier San Zeno è iniziata la festa
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 20 Aprile 2015Sarà un 19 aprile da ricordare, per Quaderni, Cologna Veneta e San Zeno Verona. Per tutte e tre è promozione diretta. Un primato atteso, meritato, guadagnato sul campo con orgoglio e onore pulito. Per le prime due la gloria equivale al ritorno in Prima Categoria, per il San Zeno, al terzo tentativo, all’aggancio alla Promozione.
C’è un filo rosso che collega le tre cavalcate. Chi conosce la geografia del dilettantismo, la passione degli interpreti e il peso che ha il gioco del calcio in certe piazze, non farà fatica ad intuire le analogie. Analogie gioiose, che profumano di verità sincere, di campo. Tutte e tre le promozioni non fanno una grinza. Non c’è un neo, una critica ammessa.
Il volto sorridente dei vincitori è il volto di chi ha sublimato in un giorno le fatiche di un anno intero. Una sublimazione intensa, virulenta. Rincorsa per dieci mesi, voluta col cuore, sognata col pensiero. Ma soprattutto: meritata sul campo.
E’ questo il particolare che fa la differenza: nessuno potrà avere da ridire su ciascun successo. Il Quaderni, digerito il cambio in panchina sul far di settembre, ha avuto giusto il bisogno di imparare il copione preparato da Gilioli. Poi, non c’è stata storia. Superiore nel palleggio, nella quadratura dell’insieme, nelle individualità, nell’umiltà, nella forza di non cedere nei momenti topici. Autore di poderose rimonte, forte di un attacco tanto bello da vedere quanto concreto, il Quaderni ha messo in riga tutti, scrivendo la storia di sua mano, come gli veniva meglio, con quello stile semplice, inconfondibile, di chi ha lo spirito rustico dei popolani di campagna, lo stesso di chi scrive: essenziale.
Storia simile il Cologna Veneta: partito in pompa magna con l’arrivo di Burato al timone, con una campagna acquisti mirata, ma senza follie, il Cologna ha costruito la propria villa mattone dopo mattone, con perizia e pazienza. Ha mantenuto un passo sostenuto e costante, non ha steccato gli scontri diretti, ha saputo vincere spesso, praticamente sempre. E’ la continuità dei risultati che l’ha resa grande.
Vittoria con finale thrilling, invece, per il San Zeno. Vincitore atteso da tutti, ma proprio tutti, temeva di veder visto il primato di nuovo in discussione per l’infortunio del portierone Gobbetti. Tanti dubbi, tante chiacchiere per nulla: il sostituto Petrin ha retto alla grande il confronto, ereditando i galloni dell’1 cucito sulle spalle con onore e bravura. Chiamato a difendere i pali nel momento cruciale, Petrin ha risposto presente, senza far rimpiangere per nulla Gobbetti. Al terzo tentativo il San Zeno non ha fallito. Vasco Guerra, in barba alla cabala, l’aveva detto: questo era l’anno buono. L’anno in cui tutto combaciava, in campo e nei rapporti. Così è stato.
Nessuno può permettersi di prodursi in malelingue: chi ha vinto, ha vinto con merito. S’alzi un coro d’applausi, è quanto di più sincero e doveroso si possa e si debba fare. Onore ai vincitori da tutta la redazione.
Riccardo Perandini
Direttore Editoriale Calcio Dilettante Veronese