Filippini, un “conte” per l’Oppeano. L’attaccante: “Qui per Boron e l’ambiente familiare. Possiamo toglierci delle soddisfazioni”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 3 Settembre 2014Un “conte” per l’Oppeano. Pietro Filippini ha detto sì alla chiamata biancorossa. Il corteggiamento è andato a buon fine: l’ex Legnago, Cerea, Sambonifacese e Verona è già agli ordini di mister Boron. Una scelta figlia di una ferma coerenza, quella di Filippini. Terminati gli studi liceali, è storia nota, in tasca, oltre alla maturità, avrebbe avuto anche un triennale con l’Hellas Verona per provare a sfondare. I numeri c’erano tutti, così come le referenze. Del regazzo di diceva un gran bene. Doti tecniche non comuni, una facilità di calcio a volte disarmante, la testa sulle spalle, un fisico imponente, da granatiere. Avrebbe potuto cavalcare l’onda dell’entusiasmo, ma ai sogni, Pietro ha anteposto la concretezza. Prima gli studi, poi il resto.
Ha rescisso il contratto scegliendo il dilettantismo. Pochi credevano dicesse sul serio. Invece, negli anni Pietro non s’è mai smentito, senza alcun rimpianto. Ha conseguito la laurea in Economia Aziendale nei tempi giusti: l’obiettivo dichiarato l’ha centrato al primo colpo. Per i campi della D s’è fatto notare, soprattutto il primo anno a Cerea, quando coi suoi goal, assieme a Moretto, portò per mesi il “Piccolo Toro” addirittura in vetta alla classifica. Di spiccare il volo però, Pietro non ne vuole sapere. Non nel calcio, ad esser precisi: la puntualizzazione è d’obbligo. Pietro volerà altrove: negli studi, nel lavoro, dove vorrà lui. Ma non sul campo di calcio. Lo sport che da una vita gli occupa le giornate resterà il suo trastullo, il divertimento con il quale sfogarsi dopo gli impegni quotidiani. Nei dilettanti, senza voltarsi indietro.
“Resto coerente con la mia scelta – conferma Pietro – scendo di una categoria per potermi allenare la sera e avere dunque più spazio per studiare e per dedicarmi ad altre cose. Il calcio mi è sempre piaciuto, ma ho deciso che non sia la priorità della mia vita. Mi realizzerò in altri campi, non nel pallone. Ho scelto Oppeano proprio per questo, e poi, se devo esser sincero, qui conoscevo quasi tutti”.
Filippini, confesserà, ha dato peso ad un fattore più di altri nella sua scelta: la presenza di Simone Boron in panchina, tecnico che l’aveva avuto a Cerea, con ottimi risultati.Tra i due, il rapporto è rimasto ottimo.
“E’ vero – confessa Pietro – sono qui anche per lui, mi sono trovato sempre molto bene con Simone. La squadra è buona, sapevo che ambiente avrei trovato, conoscevo praticamente tutti. Non parlo di obiettivi personali: do il massimo, poi parla il campo. Non sono il tipo che fa programmi. Dove può arrivare questo Oppeano? E’presto per parlare. La preparazione procede bene. Aspettiamo i primi risultati, poi faremo le valutazioni del caso. Un pronostico? Dico che possiamo toglierci delle soddisfazioni, poi vedremo strada facendo”.