Focus sulla Seconda Categoria: l’unica a rispettare il pronostico
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 30 Gennaio 2018Seconda Categoria terra del pronostico. Là dove c’era una previsione, lentamente è fiorita tale e quale secondo le aspettative. Non si ripete l’antico adagio che sogna, a ragione, il successo di Davide contro Golia. Sarà che il bello del calcio è la sua imprevedibilità, la sua esorbitanza rispetto alla predefinizione, all’asciutta oggettività del numero. Ma non da meno è la bellezza di un progetto che prende vita e vigore nel tempo, forte di intuizioni felici, scelte ragionate e capacità di condivisione meritevoli di citazione.
Non è sempre la sorpresa a guadagnare l’onore di cronaca. Chiaro: l’inaspettato balza all’occhio. Invoglia all’analisi, incuriosisce. Ma è interessante, se si prova ad invertire la prospettiva, compiere il cammino opposto. Il bastian contrario potrebbe obiettare: troppo facile vedere il buono di chi lo compra già pronto. Vero. Eppure non sempre il pronostico è legge. Anzi. La storia insegna tutt’altro: sono più i sovvertimenti del pronostico che i dati che lo confermano, specialmente nei dilettanti. Al massimo, stando larghi, si può dire che tra le parti ci sia almeno parità.
Quanto di più merita, a nostro avviso, una menzione, è la capacità di vincere e convincere in un territorio, la Seconda Categoria, dove spesso la qualità del gruppo, tecnica ed umana, spesso non basta in un contesto che sa essere spartano come pochi. La Seconda richiede ai sognatori d’esser pratici, a volte perfino brutti nella ricerca dell’efficacia ad ogni costo, del cinismo più baro. Diviene virtù ciò che per antonomasia sarebbe, paradossalmente, anti virtuoso.
Il comune denominatore tra Pescantina, Audace, Montorio e Sanguinetto è proprio questo. La bravura ad adattarsi ad una categoria che concede poco alle geometrie e allo spettacolo. Chi s’impone è chi sa giungere dritto al punto. Prima la sostanza, poi la forma. Se vengono insieme, tanto meglio. Ma non è certo la priorità. Non è un caso, poi, a ben vedere, che alla guida delle capoliste ci siano tecnici che spesso hanno vinto le loro sfide nei contesti più differenti (gli appassionati s’interroghino sul passato e constatino di persona), traendo insegnamento dai passaggi a vuoto che, inevitabilmente, ci sono stati per ciascuno.
Chi rispetta in Seconda un pronostico già scritto equivale all’impresa di chi, laureato col massimo dei voti nella propria materia, cerca di trasmetterla nel contesto più difficile. Maestria e savoir fare, adattamento e nessun integralismo. E complimenti a chi sa che la verità è spesso un’interpretazione. Ma non è un caso, e questo è l’unico dato oggettivo, che non la sbagli praticamente mai.