Garda, che sorpresa! Sole a catinelle sulle sponde del lago
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 22 Marzo 2017Se è vero che il sole bacia i belli, l’Ac Garda può mettersi in posa. Comoda sul lettino, felice d’essersi guadagnata, col sudore della propria fronte, le attenzioni di addetti e appassionati. Ora un plauso non stona più: c’è qualcosa di solido, di concreto, nell’ascesa della formazione di Matteo Fattori. Giusto premiarli a parole, i rossoblù, pur con ovvia sobrietà.
Giusto stringer la mano ad un Garda che sa sorprendere senza snaturarsi, che sa volare senza farsi troppo notare. Mai domo, mai in vista. Sornione, bravo a muoversi a passo felpato, a fari spenti, evitando calcoli e proclami. Come piace a chi l’ha plasmata, quel Fattori che, dimenticato qualche rovescio, è tornato a proporsi docente in calzoncini, ex cursore di fascia professionista qual è stato, come gli riesce naturale, come si è fatto conoscere ed apprezzare.
Pragmatico, amante del bello senza fronzoli, cultore di un calcio che vuol pratico e ragionato, produttivo e mai lezioso. Come un orologio, dove tutto si muove secondo un meccanismo che ha ben poco di fallibile. C’è una parola, forse, che su tutte risolve la voglia di cercare l’estrema sintesi del percorso d’ascesa: rigenerazione. Il desiderio di scacciare i malanni, di zittire i mugugni, senza farne, logicamente, un’ossessione. Garda e Fattori si sono presi per mano, imparando a conoscersi e a penetrarsi col tempo, col lavoro alacre sul campo. Alla ricerca di un’armonia che, visti i cambiamenti estivi che hanno rivoltato come un calzino la rosa, altro non poteva essere che il primario obiettivo da raggiungere il più presto possibile.
Dal Garda dai buoni nomi di Gigi Possente, giunto ad un nulla dalla conquista dei play-off, si è materializzato un colossale punto interrogativo sul Garda di Fattori, apparentemente, per gli scrutatori della carta, svilito, ridotto in estate allo scheletro di una rosa salpata verso altri lidi. Quell’interrogativo nel tempo s’è tradotto in energia positiva, empatia, ricerca di solidità, di pensieri condivisi. La rigenerazione voluta, s’è fusa col desiderio condiviso di società, tecnico e nuove leve di far parlare solo il campo.
Ormai il Garda è da notizia: non sta lassù per caso. Dei baci della sorte, conosciuto il retroscena, non è nemmeno giusto parlare. Vanno sottolineati i meriti di chi s’è rimboccato le maniche, asciugandosi, se mai ci fossero stati, i lividi per voltare pagina, pronti a riscrivere, stilografica in mano, pagine fresche di un nuovo inizio. Partenza che non ha mai avuto navigazione a vista. Rotta e rematori sono sempre stati più che chiari. Spartito ed interpreti si son chiamati pian piano, avvicinandosi sino ad integrarsi, facendo del progetto una motivazione e della motivazione energia tradotta poi in campo.
Oggi l’obiettivo naturale, e logico, è in tasca: impossibile mettere in discussione la salvezza. Giusto guardar in alto, tender il naso all’insù, concedendosi il pregio di provarci, evitando una sconveniente seduta sugli allori. E se la bisaccia è pingue più di quanto sperato, ora è giusto sfidare la sorte e anche sé stessi. La leggerezza del sognatore inconsapevole è regalo per pochi: il Garda figura tra i destinatari scelti. E se riuscisse lo scherzetto?