GLORIA E ADDIO/Bortoletto nella storia. Ma l’Avesa si affida a Gilioli
by Calcio Dilettante 5 Giugno 2012Viscione e D’Aleo. D’Aleo e Viscione. L’eco si ripeterà nella storia, per sempre. Colleghi di lavoro nella vita di tutti i giorni, diversissimi per temperamento e carattere, Matteo Viscione e Mario D’Aleo hanno scritto l’alfa e l’omega dei 90’ più intensi della storia della società presieduta da Gabriele Recchia. Portano il loro nome i sigilli definitivi, le firme d’autore dell’impresa di Castelnuovo. E’ un 3-1 al Povegliano il risultato finale, l’ultimo acuto di una stagione entusiasmante. Al triplice fischio, sugli spalti del “Panciera” si scatena l’apoteosi. Promozione in Prima Categoria, mai raggiunta prima d’ora: Avesa è in festa, con gli occhi che accarezzano il cielo, ricolmi di gioia. Una tripletta d’autore, tanto bella quanto decisiva, impreziosita dalla pregevole fattura dei goal. Beffardo e maligno, il primo messo a segno dall’indomito Viscione. Esterno mancino liftato, irriverente, perfetta riproposizione di quella giocata che fu ribattezzata “trivela”, quando a esibirla era Ricardo Quaresma, nazionale portoghese passato dall’Inter. Il raddoppio helladino, giunto sul finire di tempo, porta ancora la firma di Viscione: botta secca sotto la traversa, imprendibile per il portiere. La terza rete, autentica prodezza balistica, infiamma gli spalti di fede rossoblù e chiude definitivamente il discorso promozione. Punizione dai trenta metri, posizione centrale rispetto alla porta: sul pallone lo specialista, l’immarcescibile Mario D’Aleo. La parabola è tesa e arcuata, la sfera scende all’ultimo, insaccandosi alle spalle di un incredulo Piedimonte. Le mani al cielo di D’Aleo, dopo il goal, sono l’immagine simbolo che più rappresenta l’annata vissuta in riva al Lorì. Avesa intera si prostra al suo bomber, che ancora una volta non ha deluso, regalando l’ultima stoccata, l’ultima perla per la promozione.
Brillano per la felicità, gli occhi dell’allenatore Luca Bortoletto, che a poche ore dal grande successo commenta così la stagione dei suoi ragazzi:
“ E’ stato un anno lungo e difficile, pieno di ostacoli e con tantissima pressione. Alla fine però, siamo stati più forti anche dei nostri limiti, e questo risultato storico ci ripaga di tutti gli sforzi profusi ”.
Un anno intero ad inseguire il Grezzana, sfuggito nel girone di ritorno grazie ad una continuità incredibile. Poi i play-off, la grande tensione e infine, un roboante urlo di gioia:
“ Esatto – spiega Bortoletto – il Grezzana ha meritato la vittoria, dimostrando di avere una continuità seconda a nessuno, figlia di un gruppo validissimo, con giocatori di assoluto livello e una mentalità vincente. Noi siamo stati bravi a non mollare sul più bello, vincendo le critiche piovuteci addosso e superando in modo eccellente gli spareggi promozione: siamo felicissimi ”.
Qual è stato il fattore più importante, l’elemento chiave che vi ha portato alla storica promozione?
“ La testa senza dubbio. Abbiamo giocato sempre con grande attenzione e grande equilibrio, sia dal punto di vista tattico che da quello psicologico. Abbiamo retto l’impatto delle due gare cruciali con grande maturità e penso che questo abbia fatto la differenza a nostro favore. I ragazzi son stati veramente bravi, tutti, dal primo all’ultimo ”.
Nonostante la promozione ottenuta sul campo, è ormai certo il cambio della guardia sulla panchina dell’Avesa, sulla quale, salvo sorprese, dovrebbe sedersi Fabrizio Gilioli, quest’anno alla guida del Gargagnago. Quali sono le tue valutazioni in merito e i tuoi programmi per il futuro?
“ Certamente dispiace non poter guidare la squadra in Prima Categoria, la società ha fatto la sua scelta e io ne prendo atto serenamente. Personalmente ho la coscienza a posto, ad Avesa ho vissuto due anni assolutamente positivi, con una salvezza diretta raggiunta lo scorso anno dopo esser subentrato e nove gare dalla fine e una promozione quest’anno, colta peraltro con l’inserimento di tanti giovani che io stesso ho allenato nella Juniores. Per il futuro le idee non mancano, ma non c’è ancora nulla di concreto. Di certo lascio Avesa da vincente e in buoni rapporti con tutti coloro che mi hanno seguito, non ho nessun rancore”.
Riccardo Perandini