IN REDAZIONE/ Audace, tra l’orgoglio del passato e gli applausi del presente
by Calcio Dilettante 29 Novembre 2012Il ricordo degli anni ruggenti, tra le vie di San Michele passeggia ancora. Audace è un nome che travalica i confini del calcio, oltre il triplice fischio, i resoconti delle partite, i numeri delle classifiche. Dentro i cuori, sopra le righe, sulla bocca di tutti: l’Audace è la storia di un orgoglio e di una tradizione mai morti, che rivive dentro l’epica casacca rossonera e il fascino di quel “Tiberghien” che sta finalmente per riaprire i battenti. Il professionismo, i successi, gli esordi di Malesani, il rigore di Baruffi e la magia di Vendrame: per gli audacini il mare della memoria è vasto come un oceano, sempre placido, sempre zeppo di scintille, di pepite da riportare in superficie. Ora i tempi sono cambiati, ma il sentimento è rimasto immutato. Identica è la simbologia legata all’Audace, l’onore, la fama, l’attaccamento alla maglia da parte dei giocatori. Attorno alla figura del “Gisto”, Flavio Marini, il tecnico che ha riportato i rossoneri in Promozione, s’è costruito un gruppo fatto prima di uomini che di calciatori. Più forte delle sirene, delle chiacchiere, della crisi economica. Quest’anno l’Audace è la neopromossa da scoprire, la matricola terribile, mina vagante per tutti. Sorpresa dell’avvio di stagione a detta di molti, sta disputando un campionato al di là di delle più rosee aspettative. A sottolinearlo è Osvaldo Sartori, figura storica e pilastro portante del sodalizio audacino, accolto in redazione per un’attenta analisi dell’evoluzione del mondo Audace:
“ Il mio giudizio è molto positivo. Siamo in una buona posizione di classifica con una partita in meno, abbiamo digerito il salto di categoria e abbiamo dimostrato di potercela giocare alla pari con tutte, anche l’Ambrosiana che è la più forte”.
Analizziamo il momento dell’Audace, come valuta l’impatto con
“ Ci siamo ambientati e ora il gruppo gira bene. Forse abbiamo il difetto di essere grandi con le grandi, e piccoli con le cosiddette piccole, ma il nostro cammino resta comunque buono. Molti ci definivano inferiori a molte, ma non è così: la regola dei giovani stravolge spesso i valori in campo, e noi ne abbiamo di fortissimi, questo lo posso assicurare ”.
Cosa la soddisfa maggiormente?
“ Il modo in cui i ragazzi interpretano e mettono in pratica la filosofia del “Gisto”. Il mister è innamorato del gioco palla a terra, e noi lo proviamo sempre, anche nelle situazioni in cui magari un bel lancione lungo non guasterebbe. Ma è uno stile che ha pagato e sta dando tutt’ora i suoi frutti, e i nostri successi partono da lì”
Il difetto?
“ Dovevamo registrare qualcosa dietro, ma era fisiologico: due giovani li schieriamo in difesa, serviva tempo per trovare una quadratura. Ora funziona tutto alla perfezione, e il merito va diviso tra tutti ”.
Il giocatore che sta dando di più?
“ Dovrei dirteli tutti, dai giovani che stanno facendo benissimo, agli esperti dello zoccolo duro che sono rimasti pur sapendo di non percepire rimborsi. Dovessi fare dei nomi, ne dico due: Bogoni e Gironi, gente di un’altra categoria, sia come giocatori sia come uomini ”.
Il giovane di prospettiva?
“ Due: su tutti Marchetto, un mediano classe 1994 veramente fortissimo, poi dico Signorini, un altro attaccante classe
Veniamo al grande appuntamento dell’annata dell’Audace: la riapertura del “Tiberghien”.
“ A breve torneremo nel nostro campo, e sarà una grande festa. In quell’impianto ci sono le nostre origini, la nostra storia, la bacheca con tutti i successi. Il vecchio “Tiberghien” non c’è più, ma la nuova struttura è bellissima: ci sono spogliatoi all’avanguardia e una tribuna ampliata e divisa in due settori, poi il manto è stato completamente rifatto, ed è stupendo. Vogliamo riportare al campo tutto il tifo audacino, che non è mai mancato e deve continuare a sostenerci”
Voltiamo pagina: uno sguardo al campionato. Come giudica l’inizio di stagione?
“ Il livello si è un po’ abbassato, e su questo concordano in molti. Limitante è l’obbligo dei giovani, e altrettanto la crisi economica. Quanto all’andamento del campionato, direi che è regolare, non vedo grosse sorprese”.
“ No, crea false illusioni e ho visto tanti ragazzi lasciare il calcio quando è giunto il momento di andare a farsi le ossa altrove dopo gli anni dell’obbligo. E’ un’imposizione inutile, e sono in tanti a dirlo ”.
Torniamo al campionato: favorita?
“ Una tra Ambrosiana e San Martino ”.
Play-off?
“ Una delle due appena dette, Raldon, Benaco e Lugagnano ”.
La sorpresa?
“ Lugagnano ”.
Delusione?
“ Non è una delusione, perché non sta facendo male e ha tutto per arrivare ancora più in alto. Ma dico il San Martino, mi aspettavo che non avessero rivali, invece dovranno sudare anche loro ”.
Parco giocatori: dopo dieci giornate, il giocatore che porterebbe con sé?
“ Due: Rossetto della Virtus, cui ero stato anche vicino qualche anno fa, e Aldrighetti dell’Ambrosiana”.
Concludiamo l’analisi: quale sarà l’obiettivo dell’Audace?
“ La salvezza, non abbiamo alcun tipo di pretesa. Questa è la nostra dimensione e mantenere la categoria per noi è prioritario”.
Riccardo Perandini