IN VETRINA/ Alessandro De Mori, c’è feeling con la zona Cesarini. E la Provese ringrazia
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 25 Marzo 2013Una rete scacciapensieri. Insperata, agognata, simbolo di un’anima battagliera ritrovata, di un cuore rossonero che è tornato a battere. La poesia, il pathos, la tensione vibrante della zona Cesarini, stavolta ha sorriso alla Provese. A togliere le castagne dal fuoco, è stato uno dei giovani più interessanti della Promozione: Alessandro De Mori, classe 1993, una vita passata alla Sambonifacese. Per gli uomini di Carnovelli, è un segnale importante, importantissimo. E’ il segnale che dopo mille vicissitudini, dopo le incomprensioni, gli ondeggiamenti malcapitati, l’animo dei rossoneri è rimasto intatto. Si è mantenuto vivo, fervido, issato su un gruppo con la “G” maiuscola. Pronto a lottare, a correre, a crederci fino alla fine. C’è emozione, contentezza, ottimismo misto a speranza, nelle parole di De Mori, uomo partita contro lo Zevio:
“E’ stata una rete insperata, quando ho segnato quasi non ci credevo. Era da tanto che non segnavo, e poi sembrava che tutto fosse finito. Meno male è entrata, per noi è un punto importante”.
Dopo diverse vicissitudini, la Provese ha dimostrato di avere la scorza dura. Com’è l’umore del gruppo?
“Sempre alto, qui, specialmente per noi giovani, c’è solo da imparare dai nostri compagni. Il gruppo è veramente buono, ci sono ottime persone alla Provese. E’ vero, abbiamo avuto diversi problemi, forse ne avremo altri, non si può sapere, però abbiamo dimostrato di saperli affrontare. Nessuno molla un centimetro a Prova”.
C’è stato un momento in cui sembrava che avreste dovuto affrontare il terzo cambio di allenatore, poi è tutto rientrato. Come funziona il rapporto con Carnovelli?
“A mio avviso molto bene. Ci siamo chiariti, abbiamo discusso umanamente come è naturale quando è utile confrontarsi. C’è stima reciproca e tutti seguiamo il nostro allenatore. Io in particolare poi, dato che è stato mio allenatore anche alla Berretti della Sambonifacese, e da lui ho avuto sempre qualcosa da imparare”.
Come giudichi il campionato sin qui trascorso?
“Personalmente in modo molto positivo, come ho già avuto modo di dire sto molto bene alla Provese e ho un ottimo rapporto con tutti. Potrei ringraziare indistintamente chiunque, dai compagni alla dirigenza, per finire a entrambi gli allenatori, Brendolan e Carnovelli. A livello di squadra è stato un po’ travagliato, però c’è grande equilibrio, ogni domenica c’è una sorpresa. Noi pensiamo a fare queste ultime gare al meglio, le valutazioni le faremo alla fine”.
Obiettivo salvezza: cosa servirà a tuo avviso, nelle ultime sei gare, per centrare la permanenza in categoria?
“La mentalità. Avremo molti scontri diretti, in questo mese e mezzo si deciderà tutto. Credo dipenderà molto dalla capacità di farci trovare pronti in ogni circostanza, a partire dalla settimana per finire all’approccio e alla gestione della gara. Io ho fiducia, questo senza dubbio”.
Concludiamo, Alessandro. Sei uno dei giovani più interessanti della categoria. Il tuo è il secondo anno da protagonista nel dilettantismo che conta dopo una positiva esperienza a Caldiero, lo scorso anno, in Eccellenza. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“E’ ancora tutto da decidere. Non è il momento di pensarci, ora non serve a nulla. Voglio dare il mio contributo alla Provese per centrare la salvezza, e poi valuteremo. Ora è troppo presto per pensare all’anno prossimo”.