Gli scappa un sorriso leggero pensando a una stagione speciale. Un campionato incredibile quello del suo Cerea, che nessuno poteva immaginare così bello al primo anno di serie D.
Doriano Fazion non si concede molto altro, lui che da sempre è abituato a lavorare sodo e a guardare avanti senza cercare elogi e complimenti.
Sorride sornione il presidente granata, sa bene che la sua società è invidiata da molti con dirigenti, staff e giocatori che tanti vorrebbero avere con sè.
Ma che resteranno quasi tutti a Cerea, per continuare un ciclo che sta regalando soddisfazioni a tutto un paese.
Presidente, come si sta dopo un campionato così positivo?
«Sicuramente bene, anche se c´è già da pensare al prossimo. Abbiamo fatto una stagione importante, un bel lavoro dal primo all´ultimo della società, dal vertice fino a chi segue il campo, i meriti vanno divisi tra tante persone. Adesso però è l´anno prossimo a farmi paura, di solito il secondo anno è più complicato perché rischia di esserci meno entusiasmo, è più difficile per vari motivi».
Vi siete tolti qualche sassolino dalle scarpe?
«Qualcuno in estate forse aveva parlato troppo in fretta, abbiamo dimostrato sul campo di valere questa categoria. Ci sarà chi è contento di come siamo andati, ad altri farà meno piacere ma è sempre così, nel calcio e nella vita quindi noi andiamo avanti per la nostra strada senza pensare troppo a quello che pensano gli altri».
Con la salvezza conquistata in largo anticipo avete potuto già programmare il prossimo campionato?
«Più o meno, adesso ci stiamo iniziando a muovere per davvero. Bisognerà anche vedere in che girone saremo inseriti, credo e spero che saremo in quello veneto o comunque più vicino a noi».
C´è un segreto per i risultati del Cerea?
«Siamo come una grande famiglia, e sono convinto che i risultati non vengano mai per caso. Questo era un gruppo eccezionale, formato da giocatori, staff tecnico e dirigenti che hanno sempre cercato di fare il meglio per la squadra».
A proposito di staff tecnico, rimane mister Boron?
«Simone ha lavorato benissimo, oltre ad essere una grande persone. Per me è confermatissimo, speriamo che non vengano a cercarlo squadre di categoria superiore perché in quel caso capisco che sarebbe dura scegliere, ma credo che sarà anche l´anno prossimo sulla panchina del Cerea».
Chi l´ha sorpresa di più?
«Sapevamo del talento di Guccione, forse in pochi pensavano potesse rendere a questi livelli anche in serie D. Stiamo parlando con diverse società professionistiche, per noi sarebbe una bella soddisfazione se riuscisse a fare un bel salto. Sono stato molto contento di Rossignoli, un ragazzo del 1993 che viene dal nostro settore giovanile e che ha trovato molto spazio, è un bel segnale per il nostro vivaio».
Il Cerea del futuro punterà ancora sui giovani?
«Quello sempre, continuerà ad essere la nostra politica. Giovani forti e con tanta voglia, magari di proprietà che possano dare un bel contributo sia nell´immediato che in chiave futura. Credo sia fondamentale in questo momento economico difficile e complicato per la maggior parte delle società sportive».
Quindi si andrà avanti sulla strada che ha dato tante soddisfazioni al Piccolo Toro?
«Per forza, abbiamo fatto bene ma non possiamo fermarci. Adesso siamo sicuramente più tranquilli rispetto alla scorsa stagione, quando abbiamo saputo tardi del ripescaggio e abbiamo dovuto correre, come ad esempio nel sistemare il campo di gioco». «Devo», continua, «dire in ogni caso grazie a dirigenti come Michele Battaglia e tutti gli altri, se il Cerea è questo, se è ciò che è, un grazie va dunque anche a quelli che spesso lavorano nell´ombra».
Conclude: «Qui tutti sono importanti, questa è una grande famiglia. Che lavora sodo, che si impegna tanto per arrivare al risultato. E che sicuramente vuole continuare a divertirsi»
Luca Mazzara (fonte L’Arena)