Calcio d’estate, assaggi del Chievo che verrà. Intuizioni e segnali, risposte e conferme. Il copione si ripete, con la splendida cornice di San Zeno di Montagna a far da teatro al laboratorio clivense. Altro Chievo, stessa filosofia: fraseggio corto, inserimenti calibrati, manovra avvolgente. Ha di che compiacersi, il riconfermato tecnico Mimmo Di Carlo: la difesa regge e imposta, il centrocampo lavora, gli accoppiamenti d’attacco promettono scintille. E il campo, per il momento, sta dando risposte confortanti: dopo il primo triangolare vinto a suon di reti, Pellissier e compagni sono scesi in campo con la Top 11, selezione dilettantistica radunata dal tecnico Sandro Cherobin. Amichevole interessante, classico appuntamento di mezza estate. Il meglio del dilettantismo di fronte ai gialloblù della Diga, sempre più di casa nella massima competizione calcistica nazionale. Guandalini contro Cesar, Gasparato a svariare tra Bassoli e Papp, Marchiella a ringhiare su Paloschi e Di Michele. Questo, e molto altro, ha regalato la partita giocata di fronte ad un folto pubblico accorso a sostenere i propri beniamini. Prima del calcio d’inizio, il rituale spazio per le foto ricordo e le strette di mano. Poi la parola passa al campo, e sul rettangolo verde è un’altra storia: il Chievo viaggia a mille, i meccanismi sono già oliati, Di Michele e Paloschi si intendono a meraviglia. La Top 11 regge inizialmente, lotta con quello che ha senza sfigurare. Poi sale in cattedra Paloschi, e non c’è più partita: il folletto scuola Milan sfodera una quaterna d’autore, e dagli spalti già piovono scrosci di applausi. Di Michele, incantevole, non manca all’appuntamento con il goal: è una doppietta il suo primo acuto tinto di gialloblù, coronato da una seconda realizzatura di rara bellezza per coordinazione e precisione. Sul finire di tempo, Hetemaj timbra il settimo centro su rigore. Nella ripresa c’è spazio per la consueta girandola di cambi: Cherobin ridisegna la Top 11, Di Carlo dà spazio ai nuovi. Cofie registra le misure, Farkas inizia a metabolizzare gli automatismi. Il gruppo c’è, la giostra gira. E Stoian, appena arrivato, non lascia passare nemmeno sessanta secondi per farsi conoscere : è sua la prima marcatura della seconda frazione, realizzata a porta vuota dopo l’elusione dell’uscita di Gobbetti. Il Chievo macina gioco, Rigoni e Luciano dettano il ritmo degli inserimenti e fioccano le occasioni. A cogliere la palla al balzo, ci pensano Cruzado e ancora Stoian: tripletta per il primo, doppia di giustezza per il secondo. Nel finale c’è gloria anche per Cofie, e naturalmente, per colui che non poteva mancare nel tabellino. Il capitano viaggia a ritmi compassati, fa giocare gli altri senza strafare. Pellissier però al goal non sa rinunciare: negli ultimi scampoli di gara infatti, è doppietta anche per lui, giustiziere di un incolpevole Gobbetti prima su rigore e poi da due passi. Finisce 15-0, per la gioia e il bisogno di conferme dei tifosi clivensi. Anche quest’anno, i motivi per cullare pensieri dolci ci sono tutti, e dal campo abbiamo capito perché.
Riccardo Perandini