LA SOCIETA’/ Juventina Valpantena: il futuro poggia su basi solide
by Calcio Dilettante 8 Ottobre 2012Diego e Giorgio Malaffo, rispettivamente Direttore Sportivo e Direttore Generale, nonchè Responsabile del Settore Giovanile della Juventina Valpantena, portano avanti assieme ad un gruppo importante di collaboratori, una società, presieduta da Matteo Bogoni, che quest’anno annovera circa 250 iscritti e che gode di importanti strutture all’interno del comune di Verona, dove ospitano calciatori di tutte le età. Entrambi sono venuti nella nostra redazione per spiegarci quale impegno hanno assunto con la società per questa stagione calcistica e non solo.
Qual è il vostro compito all’interno della società e quali sono gli obiettivi che vi prefissate?
Diego:
"Come direttore sportivo mi occupo degli Allievi, dei Juniores e della Prima squadra, coordinando il lavoro di tre validissimi collaboratori, ognuno assegnato ad una di queste categorie, rispettivamente Valerio Cobianchi, Ernesto Turri, Matteo Carli. Sono persone che hanno un valore aggiunto per la nostra società e con cui lavoro all’obiettivo primario che è l’accoglienza dei ragazzi e l’organizzazione del loro lavoro in maniera seria all’interno del quadro dilettantistico della nostra società".
Giorgio :
"Mi occupo dell’organizzazione della Scuola Calcio, dei Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti e Giovanissimi assieme a Giorgio Ala e Claudio Venturini, due validi collaboratori con i quali stiamo lavorando sul settore giovanile in modo attento, coinvolgendo anche professionalità provenienti dal mondo universitario e allenatori che sono con noi dallo scorso anno e che mettono a disposizione esperienze importanti nell’ambito calcistico. Attraverso loro vogliamo dare continuità al lavoro di crescita personale e sportiva dei ragazzi che stiamo conducendo".
Quest’anno siete passati in Seconda categoria, qual è l’obiettivo che vi proponete ad inizio stagione e che scelte avete operato?
"Innanzitutto abbiamo fatto una scelta difficile, poichè abbiamo deciso di cambiare mister, cosa difficile dopo una stagione vincente, ma abbiamo trovato in Peter Taccardi un professionista che ci ha convinti per l’entusiasmo che ha dimostrato e per le idee che ha messo sul tavolo: un mister adatto per la nostra crescita. Anche la rosa è profondamente cambiata dallo scorso anno, con l’obiettivo di mantenere la categoria in quanto neopromossa alla prima esperienza".
Qual è invece l’obiettivo a lungo termine?
"Facciamo un’importante premessa: siamo nell’ambito del calcio dilettantistico per cui si fa sport solo perchè piace, perchè c’è passione. Per quanto ci riguarda la nostra soddisfazione sta nella possibilità di far crescere i ragazzi. Abbiamo fatto il primo passo, abbiamo realizzato delle buone strutture, abbiamo persone serie e impegnate che si danno da fare, ora vogliamo conservare e migliorare ciò che abbiamo, migliorando i servizi che diamo ai nostri atleti e migliorando la qualità dei nostri allenatori, che è già molto buona. Per quanto riguarda il settore giovanile abbiamo deciso di farlo crescere in maniera mirata, per questo organizziamo degli incontri periodici con professionisti, in modo da aggiornare tutte le figure che lavorano con noi e offrire competenze di livello ai ragazzi".
Come siete attrezzati a livello di strutture? Avete avuto aiuti dalle istituzioni?
"Abbiamo strutture invidiate da molti, un campo da 9 e uno da 5 realizzati dalla società, assieme alla ristrutturazione degli spogliatoi e alle opere murarie dell’intera struttura, poi, grazie al contributo della Circoscrizione, del Comune di Verona e della Regione, sono stati realizzati anche un nuovo gruppo spogliatoi e una campetto di allenamento. La società ha investito fin da subito nella realizzazione della struttura e degli impianti che servivano a completarla perchè crede fermamente che sia importante dare spazi ai giocatori affinchè sentano la società vicina alle loro esigenze".
Cosa vi ha fatti tornare nel calcio come dirigenti e cosa vi invoglia a mettere ancora tante energie nel calcio?
"Sicuramente il fatto di avere i nostri figli che giocano a calcio ci ha fatti tornare nell’ambiente che abbiamo sempre frequentato. Poi subentra la passione per uno sport che abbiamo vissuto in quanto giocatori e allenatori, una passione che ci fa spendere tempo ed energie volentieri e che ci invoglia a far qualcosa per i giovani, per dare loro un’alternativa di crescita sportiva e personale. Il nostro impegno si ripaga semplicemente con la soddisfazione dei ragazzi che ci ringraziano per la nostra presenza e per la disponibilità. Vedere questo nelle facce dei bambini già ti porta a dire ?sì, ho fatto qualcosa di buono".
Cosa s’insegna con il calcio?
"Ci sono dei valori molto importanti che vengono trasmessi. Innanzitutto il rispetto delle persone e delle cose. Poi si impara a stare insieme e si sviluppa lo spirito di squadra. Infine, ma non per ultima, l’amicizia. Crediamo poi che lo sport dia molte soddisfazione non solo quando si pratica, ma anche quando si vince o si fa bene. Per cui c’è anche un sano modo di pensare alla competizione. Fondamentale è comunque che vi sia una crescita sia a livello personale che tecnico del singolo ragazzo. Non siamo professionisti, ma questo non ci impedisce di essere professionali nel nostro modo di vivere il calcio. Per questo abbiamo delle linee guida all’interno della nostra società: dare e far rispettare delle regole di gruppo, far crescere tutti, sapersi divertire. Anche questo è fondamentale".
Quali sono le difficoltà che s’incontrano oggi sul campo?
" Innanzitutto la difficoltà è economica. Inoltre non è facile trovare la disponibilità delle persone nei vari livelli organizzativi, e sono molti. Noi ci consideriamo abbastanza fortunati ad avere attorno un gruppo di persone che si dà da fare per far funzionare bene le cose, dalla manutenzione del campo e della struttura, grazie al responsabile degli impianti, nonchè socio fondatore, Pierluigi Sandrini, fino alla segreteria e a tutte le persone che nell’ombra danno una mano, a cui va il nostro sentito grazie".
Carmen Santi