LA STORIA/ Fratelli Lovatin, la serietà è di casa a Belfiore
by Calcio Dilettante 13 Novembre 2012Perdersi e ritrovarsi. Cercarsi, sfiorarsi, rincorrersi per anni senza mai trovarsi. Colpa di coincidenze sbagliate, di presupposti mai concretizzati. Poi, la svolta: le parallele s’incrociano, lo spartito finalmente cambia. Belfiore è il punto d’incontro, i binari si uniscono. La storia dei fratelli Lovatin, adesso ha un unico orizzonte: sullo sfondo, il cielo si veste di biancazzurro, con gli stessi colori della Belfiorese. In mezzo la palla schizza, veloce, come le pagine di due carriere che da tempo aspettavano di poggiare su un terreno comune. Tanto diversi e tanto uguali, Antonio e Francesco Lovatin si raccontano, riportando a galla ricordi, aneddoti, passaggi curiosi di un tempo che fu.
Partiamo, Antonio, finalmente insieme: perchè tanto tempo per ritrovarsi?
" Da quando Francesco è sceso nei dilettanti dal professionismo per motivi di studio, abbiamo spesso provato a trovare un’unica squadra per entrambi. Ci siamo andati vicini, però non ci siamo mai riusciti. A Belfiore invece abbiamo trovato i presupposti giusti, e devo dire che stiamo vivendo una bella avventura ".
Francesco, tra i tuoi trascorsi vanti alcuni anni da professionista. Quali sono i ricordi che porti nel cuore?
" Su tutti l’esordio in Serie B con il Verona contro l’Ascoli, ho giocato mezzora ed è stato il passaggio più intenso della mia carriera. Poi cito due compagni, Lorenzini e Castioni: per me sono quasi come dei fratelli, assieme abbiamo condiviso moltissime esperienze, a partire dalle giovanili del Verona fino alla prima squadra. Loro sono i compagni con cui ho legato di più, e avrò sempre un ottimo ricordo".
Incrociamo gli sguardi: Antonio, pregio e difetto di Francesco come calciatore?
" La serietà e l’impegno che ci mette sono le sue doti migliori, come difetto invece direi la lentezza, a volte è macchinoso".
Francesco, a te la replica.
" Dico la forza fisica, ha doti veramente importanti dal punto di vista atletico. Come difetto dico la tendenza a fare troppe scivolate, si fida troppo, io invece le eviterei".
Antonio, come uomo invece, pregi e difetti di tuo fratello?
" Pregio sicuramente l’onestà e poi è una persona sincera, questo lo sottolineo. Difetto, mah… è un chiacchierone, bisogna dirlo ".
Replichiamo, Francesco.
" Antonio è una persona limpida, molto schietta, e questo è il suo miglior pregio. Difetto l’impulsività, quando perde le staffe spesso esagera, mentre potrebbe controllarsi un po’ di più in alcune circostanze ".
Concludiamo, ragazzi. C’è un aneddoto, una storia particolare che vi accomuna calcisticamente?
Antonio: "Direi di no, abbiamo vissuto il calcio con grande serietà e non ci sono grandi aneddoti da raccontare. Fuori dal calcio sì: siamo due fratelli amici, e questo è positivo".
Francesco: " Invece sì! L’anno scorso al primo allenamento a Belfiore, neanche dirlo ho preso una gomitata in faccia da Antonio. Poi ricordo quando eravamo piccoli, tutti giocavano e correvano, lui sulla fascia quando la palla era dalla parte opposta scalciava i ciuffi e i sassi che erano per terra. Subito non aveva grande passione, poi invece tutto è cambiato. Infine direi le volte che abbiamo giocato contro: io ero sempre nella squadra più forte, ma ho vinto solo una volta ".
Riccardo Perandini