LA STORIA/ Tra orgoglio e tradizione: la dinastia dei Barana
by Calcio Dilettante 23 Novembre 2012Un cognome, una famiglia, quattro vite che si incrociano. Tra curiosità e aneddoti, equilibri da mantenere e un futuro da interpretare. La dinastia dei Barana ad Arcole è un sentimento che non scompare, fervido, genuino, sempre vivo negli occhi di chi lo porta in cuore. Storia di una tradizione e di un orgoglio, è il racconto di una militanza dai significati poetici, figlia di una rivisitazione pedissequa di un destino che ha un solo denominatore comune: i colori della Napoleonica. Lo sfondo da una vita intera è sempre quello, dai primi dribbling nel giardino di casa ai giorni nostri, mai come ora inclini a far ribollire d’entusiasmo gli amanti del calcio all’ombra dell’obelisco. La storia dei Barana è il romanzo di un nido fatto di certezze e riferimenti, da leggere con la curiosità e lo stupore di un fanciullino: scopriamola assieme ai reduci della prole Alessio, Andrea, Sebastiano e Federico, il più giovane di tutti.
Ragazzi, il nome Barana è legato a doppio filo con le vicende della Napoleonica. Riscopriamo il passato, da dove parte la tradizione?
“ Da diverse generazioni fa – risponde Andrea, attaccante- i nostri genitori sono sempre stati giocatori della Napoleonica, ci hanno trasmesso la passione per il calcio e siamo ancora qui. Al momento siamo in quattro, due anni fa eravamo addirittura in otto, se consideriamo anche la dirigenza. Non c’è mai stato un anno in cui alla Napoleonica non c’era un Barana, la nostra è una tradizione solida e vogliamo mantenerla così com’è ”.
C’è un aneddoto, una storia particolare legata ai vostri trascorsi con la stessa maglia?
“ Sì – sorride Alessio, difensore- una volta l’arbitro mentre scorreva la lista nel prepartita, s’è fermato sospettando ci fosse un errore nella trascrizione dei nomi. C’erano troppi Barana quel giorno, non ci credeva ma era davvero così”.
E per quanto riguarda il modo in cui vivete la tradizione invece, qualche passaggio curioso?
“ Io e mio fratello Andrea siamo l’uno l’opposto dell’altro – rivela Federico, difensore – lui attaccante, tecnico, dal piede buono; io difensore, arcigno, non proprio dedito a complimenti. A volte in allenamento c’è un po’ di simpatico dualismo, ma è un piacere che sia così”.
Datevi un’etichetta: chi è il più burlone, chi invece, il più pacato, professionale?
“ Senza dubbio Alessio è il più simpatico – ammette Sebastiano, difensore – è l’anima del gruppo, in fatto di goliardia è imbattibile. Federico invece è il più professionale, ha giocato a certi livelli e ha una buona educazione calcistica ”
Cosa vi unisce di più fuori dal campo?
“ Purtroppo la perdita del padre – dice Alessio – è successo e nel dolore ci siamo uniti ancora di più. In campo magari qualche parola maldestra vola, ma tra di noi c’è un sentimento vero, questo lo sottolineo”.
Concludiamo, ragazzi. Quest’anno la Napoleonica punta in alto: che sia l’anno buono?
“ Speriamo di sì – conclude Andrea – la voglia di rivalsa è molta, specie per chi, come me e Sebastiano, è reduce dalla retrocessione dell’anno scorso. Ora abbiamo una rosa ottima, i presupposti per puntare in alto ci sono: ci proveremo, l’intenzione è quella ”.
Riccardo Perandini