L’Olimpica Dossobuono contesta il referto arbitrale relativo alla discussa gara con l’Avesa: “Noi non siamo razzisti”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 26 Gennaio 2015A muso duro. L’Olimpica Dossobuono alza la voce. Società, staff e giocatori non hanno digerito il contenuto del referto arbitrale relativo alla partita Avesa-Olimpica Dossobuono. Nel presente referto il direttore di gara riferisce d’aver subito insulti reiterati a sfondo razziale, negati categoricamente dai dirigenti dossobuonesi, i quali, con rammarico e viva preoccupazione, commentano così i fatti accaduti.
“Quanto scritto dall’arbitro è gravissimo – commenta il diesse Simone Valle – il razzismo è una cultura malsana che si radica con il tempo, non si diventa razzisti dall’oggi al domani. L’arbitro ci ha danneggiato, noi non siamo razzisti, quel che ha scritto è gravissimo. Nella nostra prima squadra c’è un ragazzo di colore, e molti altri di diverse etnie giocano nelle giovanili. Qui nessuno è razzista. L’accaduto è preoccupante per l’intero mondo del calcio dilettantistico, in quanto ogni volta che viene ad arbitrare un arbitro straniero può riferire di insulti razzisti quando invece non ce n’è traccia, come è successo domenica scorsa. E’ inaccettabile che la nostra società sia diffidata per quattro anni, adesso basta veramente un nulla per metterci in ginocchio. Basta uno schiamazzo di un genitore un po’ vulcanico anche ad una partita delle giovanili e tutta la società viene additata di razzismo. Io non lo accetto, vorrei scuotere l’opinione pubblica perchè è una situazione che va regolata diversamente, così non va”.
Rincara la dose il presidente Rinaldo Campostrini, il quale riferisce di autoritarismo e poca disponibilità al dialogo degli arbitri.
“Appoggio quanto detto da Simone e propongo una riflessione – spiega – dato che interessa tutti. C’è sempre un distacco immotivato tra arbitri e squadre, il direttore di gara si impone come se dovesse dimostrare non so che tipo di superiorità generando lui stesso tensione al posto di placarla. Domenica scorsa il nostro allenatore Bozzini è stato espulso senza motivo, senza aver detto nulla di offensivo, così come, per fare un esempio, è stato ammonito un nostro giocatore, Donella, per aver spostato di pochissimi centimetri la sfera per la battuta di un calcio di punizione. Questo atteggiamento degli arbitri rovina il calcio, spero che la federazione intervenga, e non solo su questo tema. Il referto arbitrale va filtrato, non è possibile che sia inoppugnabile. Sarebbe molto più opportuno avere un confronto tra le parti. Ci ha prodotto un danno d’immagine non da poco”.
Gli fa eco il diggì dell’Olimpica, Carlo Fantoni, preoccupato per l’etichetta piombata addosso ad una società che è tutto fuorchè razzista:
“Va fatto un ragionamento profondo sull’atteggiamento che gli arbitri tengono nei confronti di dirigenti, allenatori e giocatori – conclude – l’arbitro deve garantire un regolare svolgimento della gara, non può generare tensione con un autoritarismo che ha raggiunto livelli preoccupanti. Così come è sbagliato considerare il loro referto come unica fonte di verità. Inoltre, ed è questo che mi preoccupa, non è assolutamente corretto nei nostri confronti un provvedimento di diffida che ci etichetta di razzismo per un presunto insulto piovuto dalle tribune anche agli occhi della collettività, dopo una vita che questa società opera bene anche nel sociale. Facciamo tutti assieme un esame di coscienza, vanno presi provvedimenti al più presto altrimenti non solo per noi la situazione diventerà insostenbile”.