Lonigo, Di Paola alterna carota e bastone: “Impegno da dieci e lode. Serve maggior cinismo”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 16 Ottobre 2015Il bacio dell’utile al dilettevole. Salvatore Di Paola cerca l’eterno connubio. A Lonigo si è fatto docente. Per le mani, più che una squadra, ha una scolaresca di un liceo. L’età media è bassissima. Eppure, il dato non tragga in inganno: i leoniceni faranno parlare di sè. In prima squadra è salito uno stuolo di promesse da coltivare. A Di Paola la pazienza non manca: sarà il loro maestro.
A lui il compito di istruirli, di educarli nel significato più originario del termine, ex-ducere, condurre fuori. Dall’animo della truppa dovrà ricavare, tirar fuori, estrarre il meglio, specchiandolo nella sua idea di calcio. La prima vittoria è come una cena offerta dal padrone dopo un lungo giorno di lavoro. Ci voleva. Di Paola, coi giovani ha un certo mestiere. A Cologna con l’annata ’92, in epoca Allievi, fece faville. Il vestito lercio, ma grondante d’orgoglio del minatore di talento, lo conserva ancora nell’armadio. Guai a privarsene. L’ha rinfrescato giusto da qualche mese, con la speranza che i frutti attesi con pazienza, arrivino copiosi come in quegli aurei anni a tinte gialloblù.
“Ho a disposizione, per impegno e cultura del lavoro, il miglior gruppo di sempre da quando alleno – racconta il tecnico – faccio un plauso a chi li ha allenati prima di me. Battistella e Orbana, che li hanno fatti crescere nel vivaio, hanno fatto un grande lavoro. Purtroppo abbiamo patito un esordio rovinato da errori di inesperienza. Siamo giovanissimi, le indecisioni le abbiamo pagate a caro prezzo. La vittoria di domenica ci rinfranca. E’ un punto di partenza, ricominciamo da lì”.
Un lento, paziente ricamo. Il lavoro coi giovani è questo. La maturità va costruita, va insegnata, trasformata in esperienza quando serve, in genio quando l’intuito bussa alla porta. Mattone dopo mattone, Di Paola cercherà di dare solidità alla verve di un Lonigo che ha solo bisogno di conferme, di certezze che comprovino la bontà di un gruppo che promette scintille.
“L’obiettivo è crescere sotto tutti gli aspetti – conclude – non do obiettivi di classifica. Dobbiamo mantenere un profilo di gioco, capire come adattarci alle situazioni e a fare nostre le partite. Quando passa la palla buona bisogna cacciarla dentro, non ci sono storie. Serve più cattiveria nei momenti decisivi, siano chiusure, passaggi filtranti o conclusioni a rete. Impariamo a migliorarci, a concentrarci su noi stessi, sul nostro lavoro. Cresceremo in fretta, vedrete”.