L’Oppeano ha trovato il suo equilibrio. Mister Boron mostra ottimismo: “Proviamo sempre a giocare la palla. I risultati ci premieranno”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 31 Ottobre 2014Una scoperta di se stessi. Tra auspici, elogi, pacche sulla spalla e qualche bastonata. Questo è stato, in estrema sintesi, l’inizio di campionato dell’Oppeano Calcio. Una partenza, ci vien da dire, classica per una neopromossa. Al di là dei nomi in rosa, della qualità dello staff, dell’entusiasmo della società. Partire con il piede giusto in un campionato nuovo non è mai semplice. Lo insegna la storia: ogni anno il copione si ripete.
L’Oppeano non ha fatto eccezione alla regola. Pur reduce da un campionato vinto in gran rimonta, pur rinforzato da un’ottima campagna acquisti, ha capito subito quanto dura, quanto complicata fosse l’Eccellenza cui, per la sua storica prima volta, è arrivato a giocare. Che sognasse di evitare certi patimenti agli esordi era scontato. La sorte, però, non è stata troppo benevola. Dal Degan e compagni però, hanno saputo serrare le fila. Un atteggiamento positivo che, alla lunga, ha premiato.
“Ci voleva tempo per trovare i giusti equilibri – commenta il tecnico Simone Boron – abbiamo perso Pimazzoni per una scelta di vita dopo una sola giornata e abbiamo dovuto riformulare la difesa. Poi entrare nella mentalità di una categoria nuova, per quanto in molti l’abbiano già fatta, non è mai semplice. Ogni anno è un campionato diverso, questo, in particolare, è molto fisico”.
Meno fioretto, qualche colpo di sciabola in più. La risalita dell’Oppeano, per parola di Boron, è scritta qui.
“Siamo una squadra votata al gioco – spiega – ma non sempre è un atteggiamento che premia. Giochiamo con avversari tosti, atleticamente pronti e con molti uomini sotto palla. Non è facile. Abbiamo aggiustato qualcosa a livello di approccio alle partite e il campo ci ha dato ragione”.
Al suo fianco, inseparabile dai tempi di Casaleone, c’è il suo fidato collaboratore Mariano Canola. A livello di valutazioni, Canola non si discosta molto da Boron.
“Lavoriamo molto sull’intensità e soprattutto con la palla – spiega – valutando la tenuta fisica dei ragazzi con dei gps e grazie alla collaborazione di un prof che ci guida nella preparazione atletica. E’ un metodo che portiamo avanti da anni e i risultati sono spesso stati confortanti”.
Come favorita Canola non ha dubbi: il Cerea, ex squadra proprio di Boron. Anche se, svelerà Canola, dal “Piccolo Toro” s’aspettava qualcosa in più.
“Non è una squadra che brilla a livello di gioco – commenta – però dà la sensazione di poter far male in ogni momento. Ha i giocatori con colpi che possono risolvere la partita da soli, anche quando le cose non vanno per il verso giusto. Hanno aggressività in mezzo e un’enorme potenziale davanti”.
L’etichetta di squadra sorpresa, Canola la attribuisce, senza presunzione, al suo Oppeano. Ecco perchè.
“Per ciò che ho visto ora siamo l’unica squadra che prova a giocare la palla con insistenza – conclude – le altre corrono tanto, si coprono e ripartono, ma di calcio ne ho visto poco. Il nostro obiettivo? Assolutamente la salvezza. Mantenendo la categoria riusciremo ad avere le credenziali per progettare bene il futuro. Al momento qui non pensiamo ad altro sinceramente: come primo anno in Eccellenza ci basta restarci”.