Olimpia Ponte Crencano matematicamente ai play-off. Il vice presidente Ferrari commenta l’ascesa: “Merito di Tommasoni, delle scelte operate a dicembre e della bontà umana del gruppo”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 28 Aprile 2015Sei mesi di crescita costante in una parola: solidità. Solidità nelle idee, nelle convinzioni, nella volontà motivata di proseguire un progetto. Solidità nei rapporti e nella capacità di gestire, nel corso di dieci mesi, un gruppo completamente nuovo che ha saputo intuire, scoprire e coltivare le proprie virtù strada facendo, seguendo il credo e la rotta consigliata dal tecnico Tommasoni.
Il volo dell’Olimpia si spiega così. C’è molto di Tommasoni, nell’ascesa dei rionali. In due anni ha cambiato pelle ad una truppa che doveva scrollarsi di dosso l’etichetta della ‘cittadina’. Tommasoni ha posto regole condivise, stabilito i confini, portato stimoli, conoscenze tecniche e gestionali degne d’altre categorie, quelle in cui lui, nel passato recente, aveva giocato. Il tutto con la pazienza dello scultore, abile e infaticabile nel lavoro di scolpire, togliendo il superfluo, la materia prima a disposizione, l’umiltà di chi, proveniendo dall’upper class, si è calato nei tempi, nelle abitudini e nei ritmi della classe inferiore, rendendola migliore senza snaturarla e la creatività d’un sarto che, di volta in volta, ha saputo cucire il vestito adatto ad una truppa tanto ampia quanto camaleontica.
Ne è ben consapevole il vice presidente Gabriele Ferrari, il quale, raggiunta la matematica qualificazione ai play-off, commenta così un girone di ritorno da grandi numeri che ha proiettato, di fatto, la sua Olimpia dal quart’ultimo posto al quinto.
“A dicembre ci siamo seduti ad un tavolo per discutere – commenta – qualcosa non andava, abbiamo chiuso il girone d’andata con troppe scoppole e qualche ingranaggio andava rivisto. Molti avrebbero potuto optare per un cambio di allenatore: noi no. Abbiamo dato fiducia a Tommasoni, che al tempo chiese due cose: snellire la rosa, prelevare una punta centrale, individuata poi in Simeone, e qualche elemento in grado di dare calma e serenità allo spogliatoio. Il mercato è stato positivo e da lì siamo ripartiti”.
Un rilancio netto, figlio della capacità di Tommasoni di accendere gli stimoli giusti, di individuare l’obiettivo percorribile per cui tutti, nessun escluso, si sono battuti per mesi. Ha un che di psicologico, la rinascita dell’Olimpia.
“C’era delusione perchè percepivamo che quella classifica non corrispondeva al nostro valore – prosegue – Marco si è confrontato con la squadra e con il dialogo è riuscito ad ottenere da chiunque ciò che voleva. Disse che seguendo le sue indicazioni avremmo fatto trenta punti: siamo a ventinove. Ha avuto ampie vedute, bisogna dargliene atto”.
Il presidente non lesina parole al miele anche per la ritrovata bontà umana dello spogliatoio. Una virtù fondamentale, a suo avviso, per la risalita.
“Un tempo potevamo essere considerati la classica squadra cittadina – spiega – fatta di buoni giocatori ma di gente poco dedita al lavoro. In questi due anni con Tommasoni abbiamo cambiato tutto. C’è uno spogliatoio solido, di uomini. Gente che viene da noi e si spende per la causa. Il divertimento non manca, ovvio. Però abbiamo una dimensione sportiva seria, questo mi preme sottolinearlo. Era una nostra priorità, l’abbiamo raggiunta”.
Ora, sotto coi play-off. Nuovo obiettivo, nuovo focus, un campionato a sè che comincia. L’Olimpia, lo prepara così.
“Siamo pronti e molto motivati – conclude – proseguiremo lavorando sul campo, cercando di mettere in pratica i consigli del tecnico. Arriviamo lanciati, mi auguro che questi play-off siano un’esperienza positiva per tutti. Siamo cresciuti molto, viviamoli nella maniera giusta. Poi i conti li faremo alla fine”.