Il presidentissimo lascia. “Ciao Domegliara”. Claudio Paiola saluta il Dome. E si prepara a consegnarlo nelle mani di chi saprà amarlo e rispettarlo. Come ha fatto lu. In serie D. “Con la salvezza – ha spiegato il presidente – si è concluso un anno tribolato con il raggiungimento di un bel traguardo, che va a premiare molti giovani ai quali va gran parte del merito di questa salvezza. Di questo posso dire di essere orgoglioso”.
Probabilmente era arrivato il momento di dire basta. Crisi economica? Anche quello. Visto che il mondo calcio non è certo rimasto fuori dal momento di profondo disagio che sta vivendo il sistema economico nazionale. “Lascio la presidenza del Domegliara per una serie di ragioni. La prima è legata all’aspetto economico che stiamo vivendo, che non ci permette di sostenere una realtà importante come può essere quella della serie D. È una scelta che mi sono sentito di prendere insieme ai miei collaboratori più stretti. Abbiamo dei contatti: speriamo insomma che questa realtà venga presa in mano da persone con una passione ed una disponibilità che le permettano di andare avanti con buoni risultati».
Paiola, però, non ha certo intenzione di cedere il titolo sportivo. E ammette: «Io non ho parlato con nessuna altra realtà sportiva. Era importante centrare l’obiettivo salvezza e così è stato fatto. Non si è parlato con nessun altro perché fondamentalmente non ce ne è stato il tempo, ma io mi batterò per mantenere questa realtà a Domegliara, come l’ho portata avanti nei dodici anni in cui sono rimasto al timone della squadra.
Poi una riflessione sincera. E schietta: «Ogni singolo euro che ho messo nel calcio l’ho potuto investire perché i miei collaboratori, gli operai delle mie aziende e i miei fornitori mi hanno permesso di guadagnarlo. Ma lo sforzo economico per il calcio era diventato troppo imponente e distraeva troppe risorse da una azienda con molti operai. Ho preferito lasciare il calcio per poter dare un futuro a queste persone». Possibilità di rivederlo un indomani ancora in rossonero? «La mia volontà è cedere la realtà in toto: che ci siano altre persone che in completa autonomia possano decidere tutto. Mi auguro che lo possano fare con una adeguata forza e disponibilità».