Pastrengo, Carigi ti prende per mano. L’analisi del regista: “Noi cinici, ma serve un salto di qualità”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 21 Settembre 2015Per i sogni c’è tempo. Maggio è distante: meglio non disturbarli prematuramente. Pastrengo lavora su se stessa. L’ambizione, giustificata e fisiologica, è lo scalpello con cui coach Brentegani vuol dare forma, ancora una volta, alla sua creatura. E’ un totem: pochi come lui conoscono gli umori della piazza. Il doppio balzo in tre anni è possibile
Forte è chi sa attendere, chi sa capire, interpretare il momento. Scaltro è chi impara a cogliere l’occasione. Magari creandola. Pastrengo fa quadrato. I più la mettono tra le favorite. Qualcuno azzarda: Pastrengo è la favorita.
Il campo, ad oggi, racconta di una squadra in costruzione. Parla di diciotto titolari a disposizione di un Brentegani che avrà più di un cruccio per scegliere i titolari. Oltre che a trovare il vestito giusto alla sua truppa, Brentegani è chiamato ad un lavoro di gestione che si vuole certosino. Architetto e leader, scultore e motivatore. Pastrengo lo chiama alla duplice veste per cercare, di nuovo, la gloria.
Proclami non se ne fanno, nemmeno si gioca a nascondino. C’è trasparenza, buonsenso. Il sano piacere di dire le cose così come stanno. L’inizio è promettente: turno di Coppa superato, due vittorie ed un pareggio in campionato, un solo goal subito, e su punizione. Non male, per chi ha tutti gli occhi puntati addosso. Ma non manca il lavoro da fare. Carigi, uno degli uomini di maggior tasso tecnico della rosa, prender per mano i suoi. Lo fa da leader silenzioso, tal è, da giocatore poliedrico per natura, nato per offendere inventando calcio sulle corsie laterali, oggi, invece, chiamato a salir sul piedistallo come direttor d’orchestra, come lo voleva Roberto Piuzzi ai tempi di San Martino. Parole al miele ed un ammonimento: bene i risultati, ma serve un duplice salto di qualità. Mentale e sul piano del gioco.
“Siamo una squadra cinica e questo mi conforta – spiega – per vincere serve anche questo. Ma dobbiamo migliorare sul piano del gioco. Possiamo lavorare meglio in fase di possesso. Una squadra come la nostra in Prima deve mettere in difficoltà gli avversari in misura maggiore rispetto a quanto visto finora. Il responso del campo è positivo, facciamone tesoro. Ma va corretto un po’ il tiro”.
Al Pastrengo manca ancora la forma definitiva. Che deve arrivare presto, il prima possibile. Carigi spiega il perchè.
“In Prima si gioca meno rispetto alla Promozione – conclude – però non per questo dobbiamo rinunciare a tener la palla bassa. In settimana c’è battaglia, è un aspetto positivo. Bisogna mettere più attenzione in tanti particolari, abbiamo le qualità per gestire le partite come vogliamo. Impariamo a tirarle fuori al più presto, già ora siamo sulla buona strada”.