Pedemonte, con Modena si viaggia in quarta. Secondo anno ancora ai vertici: consacrazione possibile?
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 7 Novembre 2017Pedemonte in sartoria. Prove d’abito e camicia. Ormai l’alloggio nel salotto nobile della Prima è un’abitudine consolidata: più che un turista, il Pedemonte è un inquilino. Secondo anno ai vertici: il dato, inconfutabile, determina l’avvenuta maturazione di un gruppo che ha trovato in mister Modena l’uomo in grado di far rendere al meglio un complesso che fa dell’agonismo e della quadratura d’insieme le proprie virtù.
Squadra smaliziata il Pedemonte. Tosta dietro, arcigna in mezzo, concreta davanti. Un inno alla praticità. Bella se possibile, altrimenti pazienza: conta la sostanza, non la forma. Può non piacere agli esteti, ma l’osservazione, in Prima, ha poca importanza. L’ambiente, dopo anni di salvezze risicate o di precipizi dritti in Seconda dopo averla appena scollinata, aveva bisogno di intraprendere un nuovo corso.
Senza stravolgimenti, senza rivoluzioni. Qualche ritocco, giusto il necessario: un po’ come rifarsi il trucco, cambia l’effetto ma il viso, stringi stringi rimane quello. Pedemonte insegna l’arte dei piccoli passi. Giocatori del territorio, senso d’appartenenza, alchimia radicata, un’idea di calcio tanto semplice quanto redditizia. Poca grammatica, tanta pratica: il segreto, per chi veste il biancorosso, sta nella capacità di semplificare, di non perdersi nei ghirigori, di andare dritti al punto senza passare per strade collaterali. Il merito di Modena è di aver addestrato il gruppo ad interpretare all’unisono, legittimandola, la medesima idea. Ricetta antica, forse scontata, sulla bocca di tutti. Ma la questione è proprio questa: più se ne parla, più sfugge. Più lo si vive, più lo si pratica senza bisogno di darsi spiegazioni.
La domanda sorge spontanea: il Pedemonte non è in Promozione solo per un mancato ripescaggio dopo i play-off vinti. Vezzi del sistema, inutile commentare ora. Sarà l’anno della consacrazione?