Pinali, il calcio, la scelta, la vita. “Se non ti diverti, devi cambiare. E io non ho avuto nessuna paura di farlo”
by Calcio Dilettante 20 Dicembre 2010Luca Pinali ha scelto. Prima la vita. Poi il calcio. Si può fare una scelta senza avere paura. E tanto meno rimpianti. Luca ha preferito la laurea al professionismo. Nella vita bisogna saper prendere di petto il proprio destino. Lu lo ha fatto. Prima l’Hellas, i sogni, i campioni che passano davanti agli occhi. Poi la scelta di svoltare al momento giusto.
Pinali, lei ha scelto di svoltare, via dal calcio. Perchè?
«Non sopportavo la pressione e il vivere il calcio come lavoro, senza la possibilità di divertirsi. Fisicamente e tecnicamente ci stavo, ma non ero pronto mentalmente. E poi non ho trovato mai la fiducia che cercavo: essendo sempre in prestito ad altre squadre era difficile».
Al Somma ha trovato la sua dimensione però
«Quando ho scelto di abbandonare i professionisti non conoscevo nessuno tra i dilettanti. Mi hanno presentato i dirigenti del Somma e lì ho trovato un ambiente super che è diventato la mia seconda casa».
Ma ad un certo punto si è trovato a svoltare un’altra volta. Vero?
«Si è inceppato qualcosa. Era giusto cambiare perchè non c’era più feeling con la società né le condizioni per proseguire un rapporto. Il quale finché è durato è stato davvero bello. Quest’anno ho scelto di giocare a Rivoli perché ho conosciuto delle persone che mi sono piaciute da subito: presidente, direttore sportivo, mister… tutti danno grande valore ai rapporti umani che per me contano tantissimo».
Giusto così?
«A Rivoli sto benissimo ed ho trovato una bella società. Mi piacerebbe riprovare la serie D che ho fatto due anni fa, ma ci vogliono anche conoscenze e spinte che, avendo giocato nei professionisti, magari non ho trovato».
Qual è il ricordo più bello legato ai professionisti?
«Sono diversi. Su tutti l’esordio con la maglia del Verona al Franchi, contro la Fiorentina. Ma anche la partita contro la Cisco Roma, quando ero alla Viterbese in prestito proprio dalla Cisco. Lì in ritiro avevo conosciuto Paolo Di Canio, ed è stato bellissimo ricevere i suoi complimenti dopo che l’avevo marcato senza farlo segnare».
Il futuro?
«Mi sono laureato due mesi fa in scienze motorie e sto iniziando a fare qualche esperienza. Alleno i bimbi a calcio, collaboro come preparatore atletico di tennis e sto anche facendo un’esperienza come istruttore in palestra. Mi piacerebbe diventare un preparatore atletico professionista. Non necessariamente di calcio ma anche di sport come il tennis, la pallavolo e altri ancora».