Saorin, carriera infinita. L’ex virtussino torna in campo: “Riparto con il Borgoprimomaggio”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 17 Settembre 2013Una carriera infinita. Sempre in prima linea, costantemente sulla cresta dell’onda. Matteo Saorin, tra le rotte dei mari del calcio di casa nostra ha costruito il suo idillio calcistico personale. Per più di vent’anni è stato un riferimento per tutti, giovani e meno giovani. Al servizio dei compagni, mai con una parola di troppo, mai sopra le righe.
Lui, che per gli amanti e i conoscitori del “fubal” di casa nostra è già un pezzo di storia. Lui, che alla Virtus Vecomp è stato più che un capitano. Quella fascetta legata sul braccio era il simbolo di una vita intera spesa sotto la stessa insegna a tinte rossoblù. Era il significato metaforico del senso della militanza, dell’appartenenza ai colori virtussini, di un attaccamento alla maglia mai venuto meno.
Matteo Saorin è un colosso di Rodi prestato al pallone. Granitico, imponente, dal virulento vigore. La sua storia ha un sapore romantico. E’ come un grande classico: non muore mai, non smette di riattualizzarsi. Perchè nel calcio dei parolai e dei procuratori, le bandiere esistono ancora. Poetiche, testarde, cocciute, irriducibili. Sono un lascito del calcio di un tempo, quello che non c’è più ma che grida ancora “presente!”, quand’è chiamato all’appello. Chi l’ha conosciuto può confermare: inutile negarlo. Gente così, in giro ne è rimasta poca.
Lui però, non molla. Le scarpette sono ancora ai piedi, il chiodo può aspettare. Matteo Saorin non lascia il calcio giocato. Sembrava giunto l’anno dell’addio. Non è così. Sarà ancora uno di noi. E’ lui stesso a svelarlo:
“Riparto dal Borgoprimomaggio. Non smetto, sono ancora in campo. Mi è stato proposto di giocare qui, due chiacchiere e ho accettato, ho ancora voglia di lottare la domenica”.
Ripartirà a fari spenti, come sempre, come impone il suo aplomb. Semplice e senza fronzoli.
“Mi metterò a disposizione dell’allenatore, altro non ho da dire. Parlerà il campo, io spero di rendermi utile, il fisico regge ancora”.