Bollicine a Isola della Scala. La Scaligera corre che è un piacere: secondo posto con vista play-off, mica male. Presto per i calcoli, non per tastare il polso ad una formazione partita gregaria e scopertasi, nel lungo periodo, gran scattista.
La gamba c’è, il cuore pure. Capitan Corsini l’aveva detto: è l’anno dell’alchimia. C’è sinergia ed equilibrio ovunque, anche quando non tutto va per il verso giusto. L’impresa è non rompere l’incantesimo: riproducendolo, maturandone consapevolezza, dandogli nuova linfa.
Vederla lassù è un piacere: da quando è in Prima la Scaligera ha sempre lottato con l’acqua alla gola. Grandi rimonte, redenzioni di primavera che hanno forgiato la truppa e l’ambiente. Se, come cantava Gaber, è dal letame che nascono i fiori, a Isola dalle lunghe sofferenza si è costruita, pian piano, la scorza dura di un gruppo che accarezza, per la prima volta, i docili contorni dei sogni d’alta classifica.
Perchè diventino gloria ci vorrà tempismo, ispirazione, temperanza, tensione psicologica, fortuna. Doti e virtù che la Scaligera, finora, ha mescolato a piacimento, come un grande chef. Col mestolo, rimanendo nella metafora, c’è una destrezza mai vista prima. I 40 punti sono lì, ad un palmo: vuoi vedere che quest’ anno l’asticella si alza davvero?