Tassonomia del giornalista sportivo: quali esemplari conoscete della specie?
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 24 Marzo 2015Dopo giocatori e allenatori, tifosi e preparatori, dirigenti e accompagnatori, l’occhio sociologico oggi si posa sul giornalista sportivo. Ritorniamo agli editoriali regalandovi un po’ d’autoironia, mischiata con una sincera introspezione che, fidatevi, non guasta di certo. Serve per sorridere di una professione tanto affascinante quanto misteriosa, dai confini sfumati e dalle concezioni, ancora tutte metafisiche, di bravura.
Per i campi di calcio, sui giornali, sui social, sui portali, ogni giorno, uno stuolo di giornalisti, o scribacchini, o pseudo tali, si presentano al popolo dei lettori con articoli, editoriali, interviste, storie, racconti, minacce, insulti. S’è visto di tutto e di più. Il grottesco ed il sublime insieme. C’è chi maltratta l’italiano e chi lo accarezza docilmente, chi è onnisciente e chi naviga a vista nei misteri dello sport, chi non si sente addosso le vesti di una professione e chi se le cucisce addosso per voler proprio, talvolta senza motivo, chi scova la poesia e chi inventa romanzi dal nulla.
E’ giusto sorridere anche della classe cui si appartiene. E’ sinonimo di intelligenza, di vedute aperte e di capacità di comprendere la propria dimensione. Farlo con ironia, infine, rende il tutto più simpatico, se non, vien da dire, assolutamente sincero. Prendetevi due minuti e leggete la tassonomia. Quali esemplari della specie conoscete?
IL PROFESSIONISTA – Il professionista ha lo sguardo accigliato ed il pensiero veloce. Prende tutto estremamente sul serio, anche le amichevoli. Parla di progetti, valori, vedute, lungimiranza. Usa i vocaboli del lessico tecnico anche quando, sui campi, la tecnica è una monade che tutti rincorrono e nessuno raggiunge. Sogna un futuro da grande e quel mondo piccolo, fatto di imperfezione sublime, gli sta strettissimo. Un po’ antipatici, devo dire.
LO SGRAMMATICATO – Lo sgrammaticato è mosso dagli impulsi di una passione imperitura. Ama lo sport e le sue dinamiche come pochi. In testa ha l’idea di cosa vorrebbe scrivere, ma gli manca la cultura. Dante e Manzoni, che dell’italiano hanno fatto una lingua, quando li vedono volgono altrove lo sguardo. Hanno un impegno lodevole, ma la sintassi è una selva oscura: vanno dai soliloqui agli erroracci, passando dal luogo comune, con una velocità impressionante. Chi legge finisce l’articolo stordito. Un ripassino di morfosintassi?
IL COLTO – Il colto è un erudito che da piccolo ha scoperto il fuoco sacro della passione per lo sport. L’ha coltivata di nascosto, in silenzio, nella penombra delle poche ore di tempo libero, quasi senza farsi notare. In testa aveva teoremi, dottrine, analisi di ogni tipo. Il colto ha un neurone attivissimo, quasi troppo per chi scrive di sport. A quella passione associa spesso perle di un sapere mai banale. A volte esagera, ma chi ha buona cultura sa apprezzarli. Da ammirare.
L’ONNISCIENTE – L’onnisciente è un saggio 2.0, presente ovunque, fornito di dati, statistiche, numeri da ogni dove. Interpreta il mondo in base a calcoli e percentuali. Conosce ogni movenza, ogni dichiarazione. E’ un call center bipede ambulante: lo chiamano tutti ad ogni ora. Sono utili, va detto. Ma che brutta vita…
IL PUNTEGGIATORE – Il punteggiatore è uscito da un corso di scrittura in cui gli hanno detto che la punteggiatura è fondamentale: aiuta chi legge a proseguire nel testo, conferendo un ritmo allo stesso. Avveduto, ha preso alla lettera il consiglio. Ogni tre per due mette un punto. Non conosce le subordinate, aborrisce le coordinate, vede l’asindeto ovunque, a volte anche tra un nome ed un aggettivo. Un consiglio? Fateci respirare!
IL RITARDATARIO – Il ritardatario è un personaggio epico. Non ha mai le formazioni, non sa dove sono i campi e le palestre, dimentica il bloc notes a casa e s’arrangia sempre come può. Ogni volta si ripromette di correggersi, ma non ci riesce. Aiutiamoli.
LO SCROCCONE – Lo scroccone è un fenomeno antropologico. In qualche lembo di provincia è visto come un semidio. Lui, felice, asseconda sempre le attenzioni partecipando ad ogni inezia. Il suo scopo non è l’informazione: è fruire dei vantaggi concessi a chi la fa, o dice di farla. Spesso sono vantaggi culinari: lo scroccone ha un appetito antico e lo stomaco capiente. Sono i cultori del salto sul carro del vincitore, sport italianissimo, così come i professionisti della mangiata gratuita. Gran giocatori, finchè il fegato regge.
IL GRILLINO – Il grillino ce l’ha col mondo. Protesta, inveisce, ammonisce, critica, punta il dito contro tutti. Vede nero ovunque, ma non si sforza di far luce. Dategli una lanterna, non è mai tardi per cominciare.
L’ECUMENICO – L’ecumenico è un avveduto, una brava persona. La sua parola d’ordine è: par condicio. Non critica nè stravede per nessuno, è posato, mite, regolare, equo, piacevole nel colloquio e bravo nella scrittura. Ha un fare educato, quasi evangelico. Sono una specie rara. Chiedete loro di moltiplicarsi, quando li conoscete.
Per oggi, può bastare così. Vi ripetiamo la domanda: voi che esemplari conoscete della specie? Manca qualche categoria alla tassonomia? Diteci la vostra, come sempre saremo qui ad attendere i vostri commenti. Alla prossima, un saluto!
Riccardo Perandini
Direttore Editoriale Calcio Dilettante Veronese
mail: riccardo.perandini@libero.it