Una nuova avventura per Damiano Tommasi. Abbandonato il «calcio che conta», l’ex centrocampista gialloblù, appena conclusa la stagione in Seconda Categoria con la maglia del San’Anna d’Alfaedo, è pronto per il Tommasi Football Camp. Una settimana a Jesolo con i giovani calciatori ai quali insegnare qualche trucco del mestiere ma, soprattutto, trasmettere la gioia e la spensieratezza del gioco del pallone.
Perché questo camp?
A novembre ho lasciato la professione di calciatore e mi sto dedicando al reinserimento, se così si può dire, mio e della mia famiglia nella mia terra natale, la Valpolicella. Guardandomi attorno e confrontandomi con un po’ di amici si è creata questa occasione. Poter stare insieme a ragazzi con la «scusa» di un pallone, nel periodo immediatamente successivo al termine dell’anno scolastico, mi affascina molto e a livello di esperienza personale potrebbe essere un buon inizio per capire e conoscere le aspettative che hanno i più giovani rispetto ad uno sport come il calcio.
Quando si svolgerà il camp?
Nella settimana dal 4 al 10 luglio, a Jesolo al Villaggio Marzotto. Un camp con allenamenti alla mattina e attività varia nel pomeriggio. Non sarà un classico corso intensivo di calcio ma una settimana di divertimento attività con, sullo sfondo, un pallone da calcio. Sono convinto che sarà una bellissima esperienza e che non ci sarà il tempo di annoiarsi.
Quali saranno le finalità di questa esperienza?
Il camp sarà l’occasione per trascorrere una settimana in amicizia. Il mio obiettivo sarà quello di capire le aspettative che ragazzi e famiglie hanno da un camp di calcio. Inoltre durante gli allenamenti cercherò di trasmettere tutti gli insegnamenti che ho accumulato in questi anni di carriera sportiva: forza e importanza del gruppo, sacrificio, riscatto dalla sconfitta, solidarietà con i compagni e sopratutto il rispetto delle regole, di sé stessi, dei compagni, dell’allenatore e degli avversari. Propositi complessi da sviluppare in una settimana ma sicuramente affrontabili e proponibili, tenuto conto che i bambini, soprattutto i più piccoli sono molto recettivi.
L’occasione per vivere il calcio «solo» come un gioco…
Ci si divertirà con il pallone che tornerà, o meglio, sarà rivalutato come il giocattolo preferito da tanti bambini. E non solo per i bambini. Il sottoscritto ne è l’esempio!
Perché è stata scelta Jesolo?
Da anni frequento Jesolo con la famiglia, anche se personalmente non amo molto il mare. Ma devo dire che per le famiglie e per i bambini il Villaggio Marzotto è un ambiente ideale e molto accogliente. Il fatto che Giovanni Gambini abbia organizzato a Jesolo i suoi camp è una piacevole coincidenza che ha sicuramente influito sulla mia scelta.
Come saranno le giornate al camp?
Di massima il programma giornaliero prevede attività sul campo la mattina con esercizi mirati al miglioramento della tecnica individuale, a seconda delle fasce d’età. Dopo il pranzo e il riposo, nel pomeriggio si ritornerà in campo per allenarsi ma ci sarà la possibilità di cimentarsi in altre attività sportive alternative come, ad esempio, tiro con l’arco, football americano e nuoto. La sera, dopo cena, organizzeremo tornei di ping pong, calcetto e altri giochi di gruppo, spettacolo cabaret e l’immancabile passeggiata in centro. Il calcio sarà la base del camp ma, come si può ben capire, non sarà l’attività esclusiva. Questo è lo spirito con cui affronteremo questa avventura.
Chi ci sarà?
Non avendo grande esperienza con i ragazzi ho cercato di farmi supportare da chi ha già vissuto questo tipo di esperienza. Saranno quindi al mio fianco Mauro Bencivenga e Andrea Zivelonghi. Il primo è un allenatore che ho conosciuto negli anni di Roma, tecnico del settore giovanile della Roma con la quale ha vinto uno scudetto con la categoria Allievi. È entrato poi a far parte dello staff di Capello e ad oggi fa parte della schiera di amici che conservo a Roma. Zivelonghi è invece un mio compagno di squadra a Sant’Anna, un giovane con molto entusiasta di lavorare con i ragazzi. È istruttore di scuola scuola calcio e allena da anni ragazzi dai 5 agli 11 anni. Per entrambi, come per me, vale un discorso fondamentale: passione per questa attività e approccio formativo nei confronti dei ragazzi. Inoltre una presenza di assoluto livello sarà quella dell’amico Davide Pellegrini, ex allenatore dell’Hellas e mio ex compagno di squadra in gialloblu..
Damiano Tommasi si prepara a fare l’allenatore?
Allenare è sicuramente molto attraente ma, con la famiglia numerosa come la mia, è dura dover pensare di prendere in mano le valigie e girare l’Italia per fare l’inevitabile gavetta. Di sicuro ho l’obiettivo di fare il corso di allenatore di base appena sarà possibile. Mi piacerebbe un giorno capire se sono in grado di guidare una squadra partendo ovviamente da Verona.
Quanto manca il grande calcio a Tommasi?
Poco o niente. Continuo a giocare e quindi il campo non mi manca, sto seguendo il campionato da tifoso e mi sto divertendo a fare la collezione delle figurine con mio figlio. L’unica cosa che mi manca è la frequentazione di amici che ho nel calcio professionistico ma l’attuale collaborazione con l’Associazione Calciatori mi permette ancora qualche incontro piacevole.